Il Segretario del Psd reitera le dimissioni. Una decisione sofferta ribadisce Marina Lazzarini in una lunga lettera, in cui ricostruisce la genesi del tavolo Riformista e spiega le sue ragioni, a partire da una votazione – accusa - “pilotata con metodi tipici della vecchia politica” e che – scrive – le ha lasciato profonda sfiducia verso chi decide con altri e in altre sedi il futuro del partito. E' stata privilegiata l'inaccettabile proposta della Dc, mettendo in secondo piano Sinistra Socialista Democratica. Il vecchio disegno tripartito era ipotesi da rigettare – spiega - non da trattare. L'unica proposta che teneva tutto insieme era la grande coalizione del Psd, adottata da SSD.
La Lazzarini rispedisce inoltre al mittente le accuse di ostruzionismo. Dopo il rifiuto all'unanimità delle sue dimissioni si era infatti presa del tempo per riflettere. L'intento – chiarisce - era quello di lasciare uno spiraglio per una eventuale riapertura della questione che però non è arrivata. Ricorda il documento costitutivo del Psd del 2005, quello conclusivo dell'Assemblea Congressuale e l'approvazione all'unanimità del documento dei valori di riferimento della Costituente dei Riformisti. Il progetto scaturito nella lista unica Ssd, dunque, era chiaro fin dall'inizio.
Ed ora cosa succede? Il Psd non vuole perdere tempo, oggi si riuniscono Segreteria e Gruppo Consiliare. Le dimissioni ormai definitive saranno oggetto della Direzione, che verrà convocata in settimana. Non essendoci un vice segretario, la via obbligata a qusto punto è quella di un gruppo di Segreteria, composto da più persone, che traghetti il partito alle elezioni. Si ragiona su una formula che sia il più inclusiva possibile. Vale a dire che la mano è tesa a chi si è posto in contrasto con le scelte assunte dalla Direzione.
Il comunicato integrale
La Lazzarini rispedisce inoltre al mittente le accuse di ostruzionismo. Dopo il rifiuto all'unanimità delle sue dimissioni si era infatti presa del tempo per riflettere. L'intento – chiarisce - era quello di lasciare uno spiraglio per una eventuale riapertura della questione che però non è arrivata. Ricorda il documento costitutivo del Psd del 2005, quello conclusivo dell'Assemblea Congressuale e l'approvazione all'unanimità del documento dei valori di riferimento della Costituente dei Riformisti. Il progetto scaturito nella lista unica Ssd, dunque, era chiaro fin dall'inizio.
Ed ora cosa succede? Il Psd non vuole perdere tempo, oggi si riuniscono Segreteria e Gruppo Consiliare. Le dimissioni ormai definitive saranno oggetto della Direzione, che verrà convocata in settimana. Non essendoci un vice segretario, la via obbligata a qusto punto è quella di un gruppo di Segreteria, composto da più persone, che traghetti il partito alle elezioni. Si ragiona su una formula che sia il più inclusiva possibile. Vale a dire che la mano è tesa a chi si è posto in contrasto con le scelte assunte dalla Direzione.
Il comunicato integrale
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