La direzione del Psd ha respinto all'unanimità le dimissioni del segretario Marina Lazzarini, che si dice molto impressionata dalle manifestazioni di stima ricevute e decide di prendersi qualche giorno per riflettere.
Nessun lancio di pomodori e nessuna contestazione alla direzione del Psd ieri sera. Si parlava di sit-in, proteste anche plateali fuori dalla sede di Murata, ma nulla di tutto questo c'è stato e la direzione si è svolta in maniera tranquilla, con un ampio dibattito sul punto all'ordine del giorno, ossia le dimissioni di Marina Lazzarini da segretario del partito. La direzione le ha respinte all'unanimità, e il segretario ha così deciso di prendersi qualche giorno per pensarci su, anche perché, ha spiegato, “sono rimasta molto positivamente impressionata da tante manifestazioni di stima ricevute da più parti, non ultima proprio dalla direzione ieri sera. La situazione è molto delicata: mi fermo un attimo per riflettere”, conclude. Altrimenti il partito potrebbe essere guidato da un gruppo che si prenderà l'incarico di traghettare il Psd alle elezioni e poi al congresso. Sulla presunta spaccatura interna, il confronto è ancora acceso e le anime si scaldano, tantissimi i richiami all'unità del partito espressi anche ieri sera, ma il problema di fondo, che rischia di frantumare il partito, resta. E interviene anche Sinistra Socialista Democratica per esigere chiarezza, soprattutto dopo la proposta arrivata dalla Dc che, “senza tenere in considerazione in alcun modo i contenuti – scrive SSD nella sua nota – punta ad un accordo esclusivo fra Dc, Partito Socialista e, inevitabilmente, non più SSD ma solo il Psd”.
E definiscono dunque “sbagliata” la scelta di alcuni compagni del Psd di assecondare tale proposta. Ma SSD va avanti, assicurano. Il patrimonio politico, ideale e culturale della sinistra sammarinese non può essere demolito, perché “SSD può e deve essere il baluardo di una nuova stagione politica, puntando con determinazione sul cambiamento, sull'innovazione e sulle riforme”.
Francesca Biliotti
Nessun lancio di pomodori e nessuna contestazione alla direzione del Psd ieri sera. Si parlava di sit-in, proteste anche plateali fuori dalla sede di Murata, ma nulla di tutto questo c'è stato e la direzione si è svolta in maniera tranquilla, con un ampio dibattito sul punto all'ordine del giorno, ossia le dimissioni di Marina Lazzarini da segretario del partito. La direzione le ha respinte all'unanimità, e il segretario ha così deciso di prendersi qualche giorno per pensarci su, anche perché, ha spiegato, “sono rimasta molto positivamente impressionata da tante manifestazioni di stima ricevute da più parti, non ultima proprio dalla direzione ieri sera. La situazione è molto delicata: mi fermo un attimo per riflettere”, conclude. Altrimenti il partito potrebbe essere guidato da un gruppo che si prenderà l'incarico di traghettare il Psd alle elezioni e poi al congresso. Sulla presunta spaccatura interna, il confronto è ancora acceso e le anime si scaldano, tantissimi i richiami all'unità del partito espressi anche ieri sera, ma il problema di fondo, che rischia di frantumare il partito, resta. E interviene anche Sinistra Socialista Democratica per esigere chiarezza, soprattutto dopo la proposta arrivata dalla Dc che, “senza tenere in considerazione in alcun modo i contenuti – scrive SSD nella sua nota – punta ad un accordo esclusivo fra Dc, Partito Socialista e, inevitabilmente, non più SSD ma solo il Psd”.
E definiscono dunque “sbagliata” la scelta di alcuni compagni del Psd di assecondare tale proposta. Ma SSD va avanti, assicurano. Il patrimonio politico, ideale e culturale della sinistra sammarinese non può essere demolito, perché “SSD può e deve essere il baluardo di una nuova stagione politica, puntando con determinazione sul cambiamento, sull'innovazione e sulle riforme”.
Francesca Biliotti
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