Quasi 19 minuti di discorso, interamente diretto ai cittadini e lontano dal politichese, pronunciato dal salotto del suo appartamento al Quirinale. Sergio Mattarella ha scelto toni colloquiali e un'ambientazione familiare per il suo primo messaggio di fine anno. Seduto in poltrona con in bella vista le tradizionali bandiere e sullo sfondo un presepe napoletano, Mattarella ha scelto questa volta di far entrare, almeno un pochino, gli italiani in casa del presidente. "Questa sera non ripeterò le considerazioni che ho fatto, giorni fa, incontrando gli ambasciatori degli altri Paesi in Italia sulla politica internazionale, e neppure quelle svolte con i rappresentanti delle nostre istituzioni. Stasera vorrei dedicare questi minuti con voi alle principali difficoltà e alle principali speranze della vita di ogni giorno. Il lavoro anzitutto". Cosi l'inquilino del Quirinale. "L'occupazione è tornata a crescere. Ma questo dato positivo, che pure dà fiducia, l'uscita dalla recessione economica e la ripresa non pongono ancora termine alle difficoltà quotidiane di tante persone e di tante famiglie- ha detto - Il lavoro manca ancora a troppi dei nostri giovani".
Poi un accenno alla condizione economica dell'Italia che "va migliorando: questo va sottolineato. Anche le prospettive per il 2016 appaiono favorevoli". Così il Capo dello Stato nel suo messaggio dove invita a non "dimenticare l'azione svolta dalle istituzioni" e dai suoi uomini che "con impegno" hanno "contribuito a tenere in piedi l'economia italiana. Poi duro monito del Presidente della Repubblica contro l'evasione fiscale che, ricorda Sergio Mattarella "vale 7,5 punti di PIL. "Soltanto dimezzando l'evasione si potrebbero creare oltre 300.000 posti di lavoro" aggiunge nel messaggio di fine anno a reti unificate. Entra nella stretta attualità: "Il terrorismo ci vuole impaurire e condizionare. Non glielo permetteremo. Difenderemo le conquiste della nostra civiltà e la libertà delle nostre scelte. Con questo spirito abbiamo sentito, tutti, la sofferenza dei parenti delle vittime di Parigi e ci siamo stretti intorno alla famiglia Solesin". Dice il capo dello Stato che tocca anche la questione immigrazione: "Il fenomeno migratorio nasce da cause mondiali e durerà a lungo. Non ci si può illudere di rimuoverlo, ma si può governare. E si deve governare. Può farlo con maggiore efficacia l'Unione Europea e la stiamo sollecitando con insistenza". Invoca maggiori aiuti dall'Ue e pugno duro contro gli immigrati pericolosi. Per chiudere con un omaggio alle donne, che devono fare "ancora i conti con pregiudizi e arretratezze. Con una parità di diritti enunciata ma non sempre assicurata; a volte persino con soprusi o violenze"
Poi un accenno alla condizione economica dell'Italia che "va migliorando: questo va sottolineato. Anche le prospettive per il 2016 appaiono favorevoli". Così il Capo dello Stato nel suo messaggio dove invita a non "dimenticare l'azione svolta dalle istituzioni" e dai suoi uomini che "con impegno" hanno "contribuito a tenere in piedi l'economia italiana. Poi duro monito del Presidente della Repubblica contro l'evasione fiscale che, ricorda Sergio Mattarella "vale 7,5 punti di PIL. "Soltanto dimezzando l'evasione si potrebbero creare oltre 300.000 posti di lavoro" aggiunge nel messaggio di fine anno a reti unificate. Entra nella stretta attualità: "Il terrorismo ci vuole impaurire e condizionare. Non glielo permetteremo. Difenderemo le conquiste della nostra civiltà e la libertà delle nostre scelte. Con questo spirito abbiamo sentito, tutti, la sofferenza dei parenti delle vittime di Parigi e ci siamo stretti intorno alla famiglia Solesin". Dice il capo dello Stato che tocca anche la questione immigrazione: "Il fenomeno migratorio nasce da cause mondiali e durerà a lungo. Non ci si può illudere di rimuoverlo, ma si può governare. E si deve governare. Può farlo con maggiore efficacia l'Unione Europea e la stiamo sollecitando con insistenza". Invoca maggiori aiuti dall'Ue e pugno duro contro gli immigrati pericolosi. Per chiudere con un omaggio alle donne, che devono fare "ancora i conti con pregiudizi e arretratezze. Con una parità di diritti enunciata ma non sempre assicurata; a volte persino con soprusi o violenze"
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