E’ l’oggetto politico del momento, la via alternativa alle eventuali difficoltà d’intesa nei due raggruppamenti di coalizione in via di formazione.
A lasciare intendere che l’eventualità sia reale sono soprattutto Noi Sammarinesi, Nuovi Socialisti e Sinistra Unita.
I primi attraverso i loro leader, Arzilli e Casali, hanno fatto sapere che fino alla sottoscrizione dei programmi di coalizione nulla sarà ancora definitivo, e questo lascia intendere che le carte si scopriranno ufficialmente solo al 30 settembre, data di deposito delle liste e quindi delle coalizioni.
Sinistra Unita attraverso i suoi vertici parla di una”altra coalizione” intendendo un’aggregazione politica capace di dare corpo a nuove esigenze del paese, ad una visione differente della politica, alcuni dei suoi aderenti si spingono senza mezzi termini a parlare di un terzo polo in cui trovino casa le forze politiche che non vogliono contribuire al ritorno al potere dell’uno o dell’altro rappresentante del passato. Lo fanno Marino Zanotti e Roberto Ciavatta. Altri al momento non si espongono, gli osservatori politici più attenti la ritengono una strada difficilmente percorribile, un esercizio di fantasia, in un momento piuttosto delicato, quando dal dire si deve passare al fare, quando cioè i tempi stringono e le dichiarazioni d’intenti devono al più presto tramutarsi in scelte e atti politici concreti.
A lasciare intendere che l’eventualità sia reale sono soprattutto Noi Sammarinesi, Nuovi Socialisti e Sinistra Unita.
I primi attraverso i loro leader, Arzilli e Casali, hanno fatto sapere che fino alla sottoscrizione dei programmi di coalizione nulla sarà ancora definitivo, e questo lascia intendere che le carte si scopriranno ufficialmente solo al 30 settembre, data di deposito delle liste e quindi delle coalizioni.
Sinistra Unita attraverso i suoi vertici parla di una”altra coalizione” intendendo un’aggregazione politica capace di dare corpo a nuove esigenze del paese, ad una visione differente della politica, alcuni dei suoi aderenti si spingono senza mezzi termini a parlare di un terzo polo in cui trovino casa le forze politiche che non vogliono contribuire al ritorno al potere dell’uno o dell’altro rappresentante del passato. Lo fanno Marino Zanotti e Roberto Ciavatta. Altri al momento non si espongono, gli osservatori politici più attenti la ritengono una strada difficilmente percorribile, un esercizio di fantasia, in un momento piuttosto delicato, quando dal dire si deve passare al fare, quando cioè i tempi stringono e le dichiarazioni d’intenti devono al più presto tramutarsi in scelte e atti politici concreti.
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