Nella coalizione di governo il “passato” sta prendendo il sopravvento sul “nuovo” e i metodi sono quelli della vecchia politica, secondo Alessandro Rossi di Sinistra Unita, Stefano Macina del Psd, ed Orazio Mazza dei Ddc. Non è vero, ribattono Marco Arzilli di Noi Sammarinesi, Romeo Morri dell’Unione dei Moderati e Mario Venturini di Ap che rimarcano i risultati concreti raggiunti – vedi l’accordo di cooperazione firmato con l’Italia il 31 marzo - e la coesione finora dimostrata. Il quadro politico che emerge dall’ultimo dibattito della festa di Sinistra Unita è caratterizzato dall’incertezza per il futuro della Repubblica che è chiamata a pianficare un nuovo modello economico dopo la progressiva erosione del segreto bancario e dell’anonimato societario. Tre gli indicatori che saranno determinanti: l’esame moneyval di settembre; la firma degli accordi di collaborazione finanziaria con l’italia; l’ingresso nella white list Ocse, per la quale - secondo l’organizzazione con sede a Parigi - mancano ancora accordi sulle doppie imposizioni con 10 stati “virtuosi”.
Alessandro Rossi di Sinistra Unita ha parlato di preoccupanti segnali da parte dell’esecutivo come il ritorno alla secretazione delle delibere, circostanza smentita dal Segretario di Stato Morri. I rappresentanti dell’opposizione chiedono anche di conoscere i testi delle intese tecnicamente già raggiunte con l’Italia, in attesa della sottoscrizione. Non si può, commenta Venturini di Ap, perché sarebbe una scorrettezza rendere pubblici quegli accordi prima della firma e potrebbe indispettire l’interlocutore. E la coalizione Riforme e Libertà, dopo la scissione del Psd, che fine ha fatto? “Siamo qui” ha risposto Rossi, riferendosi a Macina per il Psd e a Mazza per i DdC.
Luca Salvatori
Il programma della "Festa d'estate"
Alessandro Rossi di Sinistra Unita ha parlato di preoccupanti segnali da parte dell’esecutivo come il ritorno alla secretazione delle delibere, circostanza smentita dal Segretario di Stato Morri. I rappresentanti dell’opposizione chiedono anche di conoscere i testi delle intese tecnicamente già raggiunte con l’Italia, in attesa della sottoscrizione. Non si può, commenta Venturini di Ap, perché sarebbe una scorrettezza rendere pubblici quegli accordi prima della firma e potrebbe indispettire l’interlocutore. E la coalizione Riforme e Libertà, dopo la scissione del Psd, che fine ha fatto? “Siamo qui” ha risposto Rossi, riferendosi a Macina per il Psd e a Mazza per i DdC.
Luca Salvatori
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