Anche a San Marino, in politica, la sinistra si è da sempre caratterizzata per le scissioni ma in questa fase la frammentazione rischia di polverizzare l'area riformista d'opposizione che perde i pezzi ma paradossalmente, punterebbe ad unire. E intanto l'elettorato di riferimento è sempre più disorientato.
Dalle elezioni del 2016 la mappa della sinistra sammarinese si è sostanzialmente modificata. Mentre Ssd – Sinistra Socialista Democratica – forte della sua collocazione al Governo, non ha registrato scossoni, la sinistra d'opposizione si è progressivamente frammentata.
Al primo turno il Partito Socialista aveva ottenuto cinque consiglieri e il Partito dei Socialisti e dei Democratici, quattro. Dopo il ballottaggio e la collocazione all'opposizione entrambi, a causa del ricalcolo previsto dalla legge elettorale, sono scesi a tre seggi ciascuno, che da qualche mese sono diventati due con l'uscita di Dalibor Riccardi dal Psd di Giovanna Cecchetti dal Ps. Nel frattempo i due partiti hanno intensificato la collaborazione e il neonato “Mis”” fondato dai socialisti Rossano Fabbri e Stefano Bizzocchi aspira ad aggregare l'area riformista. Dialogo aperto di Psd e Ps anche con Mdsi, Movimento Democratico San Marino Insieme, che tuttavia rimane strutturalmente alleato di Rete. E nella caotica galassia della sinistra da luglio è arrivato anche “ReS”, “Riforme e Sviluppo” a cui ha aderito il consigliere fuoriuscito, non senza polemiche dal Psd, Dalibor Riccardi. Ad ogni modo nelle dichiarazioni d'intenti tutti puntano a unire ma per perseguire questo obiettivo hanno dato vita a scissioni e divisioni che disorientano l'elettorato di riferimento rischiando di polverizzare, progressivamente, l'area socialista, rendendola ininfluente.
l.s.
Dalle elezioni del 2016 la mappa della sinistra sammarinese si è sostanzialmente modificata. Mentre Ssd – Sinistra Socialista Democratica – forte della sua collocazione al Governo, non ha registrato scossoni, la sinistra d'opposizione si è progressivamente frammentata.
Al primo turno il Partito Socialista aveva ottenuto cinque consiglieri e il Partito dei Socialisti e dei Democratici, quattro. Dopo il ballottaggio e la collocazione all'opposizione entrambi, a causa del ricalcolo previsto dalla legge elettorale, sono scesi a tre seggi ciascuno, che da qualche mese sono diventati due con l'uscita di Dalibor Riccardi dal Psd di Giovanna Cecchetti dal Ps. Nel frattempo i due partiti hanno intensificato la collaborazione e il neonato “Mis”” fondato dai socialisti Rossano Fabbri e Stefano Bizzocchi aspira ad aggregare l'area riformista. Dialogo aperto di Psd e Ps anche con Mdsi, Movimento Democratico San Marino Insieme, che tuttavia rimane strutturalmente alleato di Rete. E nella caotica galassia della sinistra da luglio è arrivato anche “ReS”, “Riforme e Sviluppo” a cui ha aderito il consigliere fuoriuscito, non senza polemiche dal Psd, Dalibor Riccardi. Ad ogni modo nelle dichiarazioni d'intenti tutti puntano a unire ma per perseguire questo obiettivo hanno dato vita a scissioni e divisioni che disorientano l'elettorato di riferimento rischiando di polverizzare, progressivamente, l'area socialista, rendendola ininfluente.
l.s.
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