Si toglie un sassolino nel momento in cui firma la legge sullo spending review il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Bene l'atteggiamento responsabile e consapevole di maggioranza e opposizione, anche se quel ricorso continuo alla decretazione d'urgenza resta una nota stonata, così come la reiterata questione di fiducia posta al parlamento. Una prassi antica e spiacevole per Napolitano, che invita a porvi un freno pur riconoscendo che nell'ultimo anno il governo ha dovuto operare in situazioni d'emergenza e affrontare urgenze senza precedenti. Il riferimento è tutto alla questione europea. Ma Napolitano lamenta anche la mancata approvazione in Parlamento di riforme istituzionali, di quelle modifiche che avrebbero garantito un iter più certo e spedito dei disegni di legge ordinari. “Una sollecitazione – bacchetta il Quirinale - che non ha trovato riscontri in conseguenti iniziative e deliberazioni nelle due Camere, neppure nella presente legislatura, almeno fino a questo momento". Il Presidente auspica si apra una fase di riflessioni critiche e di impegni concreti da parte di chi governa ma anche dalle forze politiche.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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