Le carte della separazione sono sul tavolo ma, prima di rompere definitivamente, si prova a vedere se è spendibile la carta del consulente matrimoniale. Anche perché di divorzio nessuno vuole parlare. Noi restiamo nel Psd ma siamo con Ssd, ribadisce la componente dem il giorno dopo la scelta della Direzione di avviare velocemente il confronto con la Dc e di proseguire le consultazioni con tutti gli altri partiti politici. E' una scelta sbagliata, commenta Enrico Carattoni, si butta il progetto Ssd costato anni di lavoro e si preferisce una alleanza con la Dc che, nella soluzione dei problemi, ha visioni del tutto diverse. In particolare, puntualizza, sulla exit strategy del comparto bancario e finanziario. La loro idea di salvataggio del sistema è asfittica, precisa Giuseppe Morganti, è legata alla contingenza. La nostra è di grande respiro, magari chiede qualche sacrificio ma mette in sicurezza il sistema. Non basta condividere i temi, aggiunge Guerrino Zanotti, ma anche come affrontarli. Tutti rimarcano la linearità e la trasparenza del loro percorso che, ricordano, segue le deliberazioni del congresso. Una serata, puntualizza Vladimiro Selva ricordando la direzione di fine agosto, non può negare una assise costringendo il segretario a dimettersi. Non possono essere 24 persone a decidere contro il congresso. "A parte il dolore di questo momento, chiude Morganti, non è una separazione. Spenderemo fino all'ultima goccia del nostro sangue per non interrompere l'unità dei riformisti". Intanto, forti del consenso che, anticipano, arriva da molte famiglie storiche e da gran parte della base, nella prossima sessione consigliare - quella che dovrà nominare la Reggenza - ufficializzeranno la loro posizione. E questa si farà sentire anche durante il voto per l'assestamento di bilancio. Siamo propensi, anticipa Morganti, a sostenere il no al raddoppio del contributo elettorale.
Sonia Tura
Leggi il comunicato del Psd
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