Che i toni di questa campagna referendaria fossero accesi era chiaro sin da subito. Nelle scorse ore nuovi danneggiamenti ai manifesti, a Borgo Maggiore: strappati quelli per il “No” all'interruzione volontaria di gravidanza. Un episodio che si aggiunge a quelli dei giorni passati, con manifesti imbrattati o rimossi. A una settimana dal voto del 26 settembre - oltre a comitati, forze politiche e associazioni - prendono posizione anche rappresentanti della società civile.
Come i 46 insegnanti che hanno inviato una lettera, in quanto educatori, per dire “No” all'aborto. Si appellano al principio della vita umana come “inviolabile”. Il rispetto di essa, scrivono, deve precedere qualunque forma di autodeterminazione. “L'aborto volontario – sottolineano - è un omicidio”. Anche il consiglio di Azione Cattolica della diocesi si esprime a “difesa della vita dal suo concepimento fino al suo termine naturale” e cita le parole di Papa Francesco secondo cui proprio "la difesa della vita ha il suo fulcro nell'accoglienza di chi è stato generato ed è ancora custodito nel grembo materno”. L'invito è, dunque, a votare per il “No”.
I favorevoli all'interruzione volontaria di gravidanza replicano al gruppo di insegnanti firmatari della nota contro il quesito referendario. “A San Marino la scuola è pubblica e laica – commenta il Comitato promotore – e la sua missione è dare gli strumenti ai nostri giovani per lo sviluppo di un pensiero critico e autonomo”. Il Comitato, i cui rappresentanti anche oggi sono stati impegnati in uno dei gazebo sul territorio, respinge “strumentalizzazioni” - così le definisce - della categoria degli insegnanti a fini politici.