Onestà dentro e fuori dalla politica, leggi più semplici e speranza per i giovani che non trovano lavoro. I Capitani Reggenti, Gian Nicola Berti e Massimo Andrea Ugolini, planano sopra ai temi caldi della vita politica, economica e sociale della Repubblica nel loro primo discorso del semestre davanti al Consiglio Grande e Generale.
Tra i primi riferimenti del messaggio di saluto, quello agli “atteggiamenti esterni che vorrebbero mettere a repentaglio elementi della nostra sovranità”. Per questo, Berti e Ugolini invitano da subito l'Aula ad essere unita “per difendere il Paese”. In materia giuridica, l'invito è quello di introdurre una verifica tecnico-giuridica dei progetti di legge da parte della Sezione Studi Legislativi, prima della loro approvazione finale in Consiglio. Per essere rispettate dai cittadini, spiegano i Capitani Reggenti, le leggi devono essere semplici. La necessità è scrivere testi unici e abrogare le norme inutili o mai applicate.
Il discorso continua e tocca il tasto 'magistratura', che “prosegue, con l'autonomia che le compete, il percorso di accertamento delle responsabilità in merito a fatti che, per l'ampiezza e gravità, hanno giustamente scosso la nostra comunità”. La classe politica, poi, deve tornare a “coltivare il terreno che le è proprio”. Subito dopo l'appello alla collaborazione tra poteri – legislativo, esecutivo e giudiziario – e tra le istituzioni politiche, sociali e culturali per “diffondere la cultura della legalità”, per rendere più forte la democrazia.
Sul finire, il capitolo 'giovani e speranza', con un riferimento al welfare e a un sistema pensionistico “in grado di garantire un'adeguata protezione e tutela anche delle giovani generazioni”. “Stiamo pagando l'incongruenza di scelte politiche infelici del passato”, è la critica della Reggenza. “Scelte ponderate e consapevoli, quand'anche dolorose, forse non porteranno risultati e consensi elettorali immediati – proseguono – ma grazie al sacrificio di tutti, unitamente a un doveroso e riaffermato senso dello Stato, porranno le basi per un domani di rinnovato e duraturo benessere”.
Mauro Torresi
Tra i primi riferimenti del messaggio di saluto, quello agli “atteggiamenti esterni che vorrebbero mettere a repentaglio elementi della nostra sovranità”. Per questo, Berti e Ugolini invitano da subito l'Aula ad essere unita “per difendere il Paese”. In materia giuridica, l'invito è quello di introdurre una verifica tecnico-giuridica dei progetti di legge da parte della Sezione Studi Legislativi, prima della loro approvazione finale in Consiglio. Per essere rispettate dai cittadini, spiegano i Capitani Reggenti, le leggi devono essere semplici. La necessità è scrivere testi unici e abrogare le norme inutili o mai applicate.
Il discorso continua e tocca il tasto 'magistratura', che “prosegue, con l'autonomia che le compete, il percorso di accertamento delle responsabilità in merito a fatti che, per l'ampiezza e gravità, hanno giustamente scosso la nostra comunità”. La classe politica, poi, deve tornare a “coltivare il terreno che le è proprio”. Subito dopo l'appello alla collaborazione tra poteri – legislativo, esecutivo e giudiziario – e tra le istituzioni politiche, sociali e culturali per “diffondere la cultura della legalità”, per rendere più forte la democrazia.
Sul finire, il capitolo 'giovani e speranza', con un riferimento al welfare e a un sistema pensionistico “in grado di garantire un'adeguata protezione e tutela anche delle giovani generazioni”. “Stiamo pagando l'incongruenza di scelte politiche infelici del passato”, è la critica della Reggenza. “Scelte ponderate e consapevoli, quand'anche dolorose, forse non porteranno risultati e consensi elettorali immediati – proseguono – ma grazie al sacrificio di tutti, unitamente a un doveroso e riaffermato senso dello Stato, porranno le basi per un domani di rinnovato e duraturo benessere”.
Mauro Torresi
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