Definirli contrariati è sicuramente un eufemismo. Gli imprenditori, ma anche i singoli cittadini che ieri sera hanno voluto esprimere la loro opinione nell’incontro con il Governo, hanno dimostrato di essere letteralmente “infuriati”. Per uno stallo che non capiscono, nelle relazioni con l’Italia, per quella che ritengono un’inerzia politica, o almeno un eccesso di prudenza. Vorrebbero che San Marino facesse sentire la propria voce con forza, sulla stampa ma anche negli organismi internazionali. Intollerabile l’atteggiamento del ministro italiano dell’economia; insopportabile il peso che grava sulle loro attività, sulle aziende, sull’occupazione. Al Mics, il movimento degli imprenditori e dei cittadini, in appena una settimana si sono iscritte più di mille persone, e la sala gremita di ieri sera testimonia l’interesse e la partecipazione. Ai Segretari di Stato hanno confermato: non siamo un movimento politico, ma vogliamo portare un contributo, partecipare attivamente per risolvere una situazione troppo pesante. “Chi ha sbagliato deve pagare”, hanno urlato dalla platea. Il riferimento è agli pseudo imprenditori che hanno danneggiato l’immagine della Repubblica attraverso pratiche illecite e dannose. “Ma a pagare – hanno detto – devono essere anche coloro che li hanno coperti, che hanno consentito che questo avvenisse”. Non accettano di sentirsi dire che tutto quello che si doveva fare è stato fatto, pretendono risultati, nell’interesse del Paese, non solo di chi fa impresa. Rigettano con forza anche ogni attacco politico: “ci offendono gli atteggiamenti di chi pensa di rifuggire dalle responsabilità cercando di addossarle ad altri, magari proprio a chi, con il proprio lavoro, ha contribuito ad assicurare occupazione e benessere”. Nessun commento alla proposta del Segretario agli Esteri di favorire manifestazioni di protesta a Roma, da parte di lavoratori e imprenditori, ma la richiesta che la politica dimostri di essere adeguata ad affrontare una situazione che presto potrebbe diventare drammatica.
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