Tensione rientrata tra Zona Franca e il Partito dei Socialisti e Democratici. Uno scontro registrato all’indomani del Congresso Democristiano sulla scorta delle dichiarazioni degli esponenti della corrente interna dell’ex partito dei Democratici. Un’uscita che molti dei dirigenti hanno ritenuto fuori luogo, sia nei contenuti che nel metodo. E dalla Segreteria arriva una tirata d’orecchi a quello che viene definito “un gruppo di aderenti”, e il richiamo al rispetto delle regole interne: le posizioni ufficiali, anche in dissenso rispetto alla linea di una eventuale maggioranza, devono essere espresse solo a dibattito concluso e dopo che le decisioni sono state adottate. Una pietra sopra, dunque, all’episodio e la riflessione sulle strategie politiche. La Segreteria del PSD spinge sull’acceleratore del programma di governo e fissa i punti prioritari, dai quali non si può più derogare. 'Ritardi ci sono stati, si deve ora recuperare il tempo perduto'. Ma i dirigenti socialisti e democratici si spingono oltre e fissano le date entro le quali i risultati devono essere concretizzati: nelle sessioni di maggio e giugno del Consiglio Grande e Generale. Il riferimento, in particolare, è al nodo delle riforme istituzionali, per quel che concerne i poteri della Reggenza, del Consiglio Grande e Generale, del Congresso di Stato, poteri – scrive in una nota ufficiale il PSD – che vanno riequilibrati secondo quanto definito ai punti 1, 2 e 3 del capitolo sulle istituzioni, del programma di governo.
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