Ai più sembrava una tranquilla Domenica di fine Agosto, ma quella del 1975 era destinata a entrare nella storia della musica e per essere più precisi in quella del Rock. Siamo vicino a Monmouth, capoluogo della contea gallese del Monmouthshire, li si trova uno studio di registrazione, il "Rockfield Studio 1". Freddie Mercury e soci, ci arrivano dopo tre settimane di prove tenute a Herefordshire, pronti a registrare il loro capolavoro dal titolo "Bohemian Rhapsody. L'album che la contiene è il quarto dei Queen, si intitola "A Night at the Opera" e verrà pubblicato solo una settimana dopo il 31 Agosto dello stesso anno. Aggiungere il brano all'album è frutto di una intuizione di Freddie che sorridendo lo disse al produttore all'epoca Roy Thomas Baker. Mercury suonò al piano l'intro-ballata della canzone poi tirò fuori l'idea aggiungendo che voleva qualcosa di diverso, sperimentare cose nuove, che fosse non convenzionale a quanto proposto dalla band fino a quel momento. Baker si prese fino all'ora di cena per decidere, poi visto l'entusiasmo degli altri componenti dei Queen, complice la pancia piena, fece spallucce e acconsentì.
L'album A Night at the Opera che lo conteneva risultò tra i più costosi di sempre nella storia della musica, le sessioni durarono ben sei settimane, di duro lavoro, il brano fu curato fin nei minimi dettagli arrivando a cambiare fino a sei volte lo studio di registrazione. Arrivarono a sovraregistrare le voci talmente tante volte da metter in ginocchio lo studio di turno per non avere nastri capaci di contenere tutte quelle necessarie per incidere il brano- Piccolo, (poi non tanto, piccola), chicca, il piano suonato da Freddie era lo stesso usato da Paul McCartney in Hey Jude, poi quattro parti, ballata, assolo di chitarra, opera, hard rock e un'ultima ballata. Centottanta nastri di voci, 70 ore di parti d'opera. Galileo. Scaramouch. Fandango. Ancora oggi quando ne parlano May, Taylor e Deacon la chiamano Bo Rhap o Bo Rap. Non la spiegano. E' il grande mistero che non svelano e resta di Mercury. L'aveva in testa da tanto.
Sei milioni e mezzo di copie vendute in, tutto il mondo. Bohemian Rhapsody sarà suonata ripetutamente da ogni emittente, E' il destino della rapsodia quello di avere uno scopo difficile da descrivere ma facile da afferrare. Inutile capirla, sbagliato destrutturarla, è un brano che gioca a nascondino, a uno due tre stella, cambia abito, si nasconde dietro un angolo, torna vestito con pezzi di stoffa sparpagliati.
Grazie signor Mercury, ma lei ama farsi chiamare Freddie...