La società di Lega Pro sarebbero per chiuderla qui, ma la decisione di dichiarare finito il campionato di serie C spetta solo al Consiglio Federale. E' stata un call conference molto partecipata e molto animata quella organizzata dai club di Lega Pro. Sul tavolo il tema caldo dell'emergenza Covid-19 e implicazioni sulla stagione in corso. Non ci sarà il blocco dei campionati, almeno non in autonomia, ma c'è una reale possibilità di non iscrizione alla stagione 2020-2021 se le istanze, quasi le grida di dolore dei club, non fossero per lo meno oggetto di seria e approfondita riflessione. Unite le società nel chiedere al Presidente Federale Francesco Ghirelli un accordo con l'Assocalciatori per arrivare a un taglio degli ingaggi. Dopo aver rifiutato la cassa integrazione, Damiano Tommasi cercherà una maniera per garantire almeno gli ingaggi minimi. No ad azioni indiviali quindi, se non altro per evitare l'innescarsi di lunghi contenziosi.
Compatta la C nel chiedere di liberare le fideiussioni versate per questa stagione. Ancora da affrontare il nodo promozioni e blocco delle retrocessioni. E così lontano anni luce dalla serie A c'è chi lotta per la sopravvivenza. Nel pomeriggio poi arriva la nota del Presidente del Coni Giovanni Malagò che parla di 20 maggio come data per la ripresa del calcio italiano. Una previsione che comunque deve essere ratificata dalla Federazione cui spetta per delega l'organizzazione dei campionati. Diversamente dunque da A e B, la C pensa a come chiuderla e ripartire sarebbe solo la risultanza di una mancata sintesi tra le parti.