La Rautenflagge, la tipica bandiera di diamanti bianchi e azzurri simbolo della Baviera, che sventola davanti a una delle antiche porte della città. "Mission accomplished", missione compiuta, perché il Bayern Monaco nella finale di Lisbona al Da Luz contro il Psg ha vinto la Champions League. A decidere la gara, neanche a farlo apposta un gol di un francese. Kingsley Coman che segna al 59esimo minuto di gioco con una splendida incornata. Si tratta della sesta coppa dei campioni per i bavaresi, secondi soltanto al Milan e al Real Madrid. La squadra di Flick si è aggiudicata però un record tutto suo dato che è l'unico team, nella storia della coppa, ad aver vinto tutti i match disputati. Fiumi di birra e gioia incontenibile nelle strade di Monaco. I tifosi, che non hanno potuto seguire la squadra a Lisbona, hanno festeggiato in Baviera fino a notte inoltrata brindando con boccali di bionda in barba al distanziamento sociale e alle misure anti contagio.
842 chilometri ad Ovest di Monaco la situazione è ben diversa. Guerriglia urbana a Parigi con auto in fiamme, vetrine distrutte e negozi svaligiati. La rabbia per la sconfitta di Mbappè e compagni si mischia alle tensioni sociali che spesso caratterizzano le proteste d'Oltralpe. La Gendarmeria impegnata fino al mattino per sedare risse e proteste e tutte cose che col calcio c'entrano ben poco. Il mattino dopo gli Champs Elysées appaiono feriti dalla notte di pazzia. Il quotidiano Aujourd'hui titola “La fine di un sogno”, mentre l'Equipe mette in prima le lacrime di un Neymar “inconsolabile” lasciando spazio, nello sfoglio, ad un chiaro e incontrovertibile “Paris, Bonjur tristesse”.