Una squadra è costruita per vincere e si vede solo a sprazzi. L'altra si vuol divertire e si diverte. Anche giocando con le coronarie di un popolo che prima pensa di avercela fatta, poi non farcela più, per esplodere al 90' massimo della vita. Si era aperto alla grande il pomeriggio del Manuzzi, Capellini per Zecca: secondo gol in due partite per l'ex Sassuolo ieri assolutamente immarcabile e arma letale. L'Alabarda tossicchia, da l'idea di essere molto forte e molto aggredibile e il Cesena che gioca da provinciale, chiude gli spazi e quando sviluppa temi offensivi è sempre pericolosa. Matosevic dirotta Brignani sul palo. Trieste spara a salve con Granoche e invece ci prova seriamente con Frascatore sul quale Agliardi si arrangia con attenzione.
Ripresa bellissima. Butic forte e centrale, ma è sempre il bianconero a coprire il campo in modo eccellente, Ricci di testa secondo palo di giornata. Zecca imprendibile è il crack sulla partita. Contropiede velocissimo e Malomo lo stende, rosso diretto. Potrebbe essere la parola fine perchè un paio di minuti dopo lo stesso Zecca si inventa un esterno che manda in porta Borello, raddoppio e sigla finale. Ma solo nel senso che comincia un'altra partita perchè la Triestina trova subito in mischia il 2-1 con tocco sottomisura di Giorico e il Cesena fa due minuti da incubo tanto che 120 secondi dopo arriva anche l'imprevedibile 2-2 dell'immortale Diablo. Partita teoricamente finita non fosse che Zecca si inventa un uno contro uno che porta Codromaz a stenderlo. E' un rigore che al novantesimo pesa un quintale e che Sarao trasforma con qualche brivido trovando il primo gol in bianconero. Recupero a denti stretti con Valencia che rincorre tutti e prende Paulo Henrique: ovviamente rosso. Trieste molto fumo e arrosto poco, Cesena parcheggia in piazzole meno pericolose.