Non siamo certo ai livelli post referendum sull'indipendenza, ma dopo che Messi ha annunciato di voler lasciare il Barcellona il clima nel capoluogo catalano s'è fatto parecchio acceso. La città è schierata in toto con l'asso argentino e contro il presidente Bartomeu, principale responsabile delle voglie di fuga del “diez” blaugrana, e da due giorni i tifosi si raccolgono attorno al Campo Nou per protestare. Cori, striscioni e anche un'irruzione nello stadio, poi stoppata dall'intervento della polizia. La piazza chiede a gran voce le dimissioni di Bartomeu, ribattezzato “Nobita”, che sarebbe il goffo e occhialuto protagonista del manga giapponese Doraemon. Il n°1 è in scadenza di mandato e in primavera ci sono le elezioni, fino ad allora però sarebbe intenzionato a restare in sella e a fare di tutto per trattenere Messi. Anche e soprattutto appellandosi alla clausola rescissoria di 700 milioni, nonostante il contratto dell'argentino – in scadenza nel 2021 – preveda un'altra clausola che gli consente di svincolarsi in qualsiasi momento. A differenza del giocatore, per il Barça sarebbe valida solo se esercitata entro il 10 giugno di ogni anno: se si andasse allo scontro, l'ultima parola spetterebbe alla Fifa. Se vincesse la linea Messi, si scatenerebbe l'asta europea. In pole c'è il City di Guardiola ma alla finestra ci sono anche Paris Saint Germain e Inter, che potrebbe sfruttare la fiscalità agevolata per chi trasferisce la residenza in Italia per risparmiare, a parità di ingaggio lordo, circa 25 milioni.
Messi: i tifosi del Barcellona contro l'addio dell'attaccante argentino
27 ago 2020
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