Cosa sta succedendo in serie C? Intanto le posizioni sono molto distanti e riavvicinarle prima di sabato, data di inizio della stagione, appare molto complicato, ma non impossibile. Da una parte la Lega Pro che ha fissato le liste a 22 giocatori professionisti per squadra, un escamotage che serve a ridurre i costi e concedere spazio ai giovani. Dall'altra parte l'AIC guidata dal Vice Presidente Umberto Calcagno dopo l'addio di Tommasi che contesta fortemente questa decisione in quanto limiterebbe la libertà delle società anche di scegliere la propria strategia sui giovani. In sostanza l'AIC con le liste chiuse a 22 si ritroverebbe una miriade di giocatori senza lavoro.
L'AIC si oppone dunque ad un nuovo cambiamento quando al contrario si attendeva programmazione pluriennale dopo la positiva stagione appena trascorsa, Covid a parte. Ed è proprio sulla sulla pandemia che fa leva Ghirelli per giustificare la nuova virata. Da febbraio – sostiene il numero 1 della Lega Pro- non entra un euro nelle casse dei club, gli stadi sono chiusi, e gli sponsor una vecchia certezza, si rischia il default. Abbiamo chiesto – continua Ghirelli- cassa integrazione e credito d'imposta, non potevamo presentarci al Governo con i costi di prima che oggi non ci sono più. Questa la situazione, al momento non si gioca con Calcagno forte del si allo sciopero di 50 club. E' possibile un aggiornamento a domani per cercare un compromesso che possa stare bene ad entrambe le parti. Il compromesso potrebbe essere l'uniformità con le liste di A e B 25 giocatori, ma senza accordo sabato la serie C non parte.