Uomini e donne di pallone, ricordate gli adagi di tanti allenatori che snocciolano aforismi come “l'attacco vende i biglietti, la difesa vince le partite”? Bhè, se a dirlo fosse Peteers – allenatore della primavera dell'Anderlecht, sarebbe difficile contraddirlo.
Con 7 gol fatti e uno solo subito in sette partite, la formazione belga si è infatti aggiudicata la 65° edizione della Viareggio Cup. Una difesa marmorea, non a caso il premio come miglior portiere è andato a tale Roef. Nel girone ha chiuso primo a quota 6 punti, incassando l'unico gol della sua spedizione toscana ad opera dei colombiani del Guayaquil.
L'accesso agli ottavi come vera e propria outsider ha permesso ai belgi di proseguire a fari spenti sulla sua strada lastricata verso il Paradiso. Prima delle quattro vittime italiane la Lazio, battuta ai rigori dopo un match a reti inviolate. Il copione si è ripetuto nei quarti contro il Torino, freddato alla lotteria dal dischetto dopo lo 0-0 sentenziato dal campo. In semifinale col Siena un gol arriva, e Goef continua a non incassarne: 1-0 e finale prenotata. Dalla parte opposta del campo il blasonato Milan, a caccia della vittoria numero nove che gli avrebbe assicurato il primato assoluto nell'Albo d'oro. E invece, proprio contro i rossoneri, il brutto anatroccolo (ci perdonerà Peteers) si è trasformato in splendido cigno: il gioco viene finalmente finalizzato a dovere, e la difesa chiude alla grande la rassegna giovanile viareggina. 3-0 secco, con doppieta di Acheampong e pietra tombale depositata da Jaadi al 93'.
Nessun premio individuale, volendo considerare il "Best Goalkeeper" come premio condiviso, per i vincitori che hanno applicato al meglio il concetto di calcio come “gioco di squadra”. Magra consolazione per il Milan raccogliere il premio MVP con Bryan Cristante e la scarpa d'oro di Simone Andrea Ganz, che prosegue sulla strada battuta dal padre. Quel che conta però – il Trofeo – torna fuori dai confini peninsulari per la 10° volta nella storia, per la prima in Belgio. Prima sette successi per formazioni ceche (6 per il Dukla Praga tra il 1964 e il 1980; una vittoria per lo Sparta Praga nel 1956) e una a testa per Partizan (SRB), Juventud (URU) e, appunto, l'Anderlecht.
Luca Pelliccioni
Con 7 gol fatti e uno solo subito in sette partite, la formazione belga si è infatti aggiudicata la 65° edizione della Viareggio Cup. Una difesa marmorea, non a caso il premio come miglior portiere è andato a tale Roef. Nel girone ha chiuso primo a quota 6 punti, incassando l'unico gol della sua spedizione toscana ad opera dei colombiani del Guayaquil.
L'accesso agli ottavi come vera e propria outsider ha permesso ai belgi di proseguire a fari spenti sulla sua strada lastricata verso il Paradiso. Prima delle quattro vittime italiane la Lazio, battuta ai rigori dopo un match a reti inviolate. Il copione si è ripetuto nei quarti contro il Torino, freddato alla lotteria dal dischetto dopo lo 0-0 sentenziato dal campo. In semifinale col Siena un gol arriva, e Goef continua a non incassarne: 1-0 e finale prenotata. Dalla parte opposta del campo il blasonato Milan, a caccia della vittoria numero nove che gli avrebbe assicurato il primato assoluto nell'Albo d'oro. E invece, proprio contro i rossoneri, il brutto anatroccolo (ci perdonerà Peteers) si è trasformato in splendido cigno: il gioco viene finalmente finalizzato a dovere, e la difesa chiude alla grande la rassegna giovanile viareggina. 3-0 secco, con doppieta di Acheampong e pietra tombale depositata da Jaadi al 93'.
Nessun premio individuale, volendo considerare il "Best Goalkeeper" come premio condiviso, per i vincitori che hanno applicato al meglio il concetto di calcio come “gioco di squadra”. Magra consolazione per il Milan raccogliere il premio MVP con Bryan Cristante e la scarpa d'oro di Simone Andrea Ganz, che prosegue sulla strada battuta dal padre. Quel che conta però – il Trofeo – torna fuori dai confini peninsulari per la 10° volta nella storia, per la prima in Belgio. Prima sette successi per formazioni ceche (6 per il Dukla Praga tra il 1964 e il 1980; una vittoria per lo Sparta Praga nel 1956) e una a testa per Partizan (SRB), Juventud (URU) e, appunto, l'Anderlecht.
Luca Pelliccioni
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