Il sogno americano è un sammarinese d'America nella notte di Minsk. E' un ragazzone che non molla mai, che fissa un obiettivo e se lo va a prendere. Non lo fosse già di mestiere, Myles Amine sarebbe un lottatore. Con la medaglia di bronzo che è l' “happy ending” di un romanzo molto simile alla Storia Infinita. L'ultimo atto contro Gostiyev dall'Azerbaijan che ha tutto il pronostico dalla sua. E parte 1-0, l'azero. Ma il match è molto serrato, molto tattico. E si sblocca solo negli ultimi 2 minuti o poco più. Myles pareggia, poi mette a segno una mossa da 2 punti. Sarà quella decisiva. Perché Gostiyev non ha proprio la faccia di uno che si arrende. 3-2, anche 3-3 a poco più di 10 secondi dalla fine. Pari, ma il colpo doppio vale il bronzo per questo ragazzo con lo sguardo buono, l'amico ideale che ha fatto vedere a Minsk di essere quello che scriverà la storia della lotta sammarinese. Magari cominciando da Tokyo.
Sentiamo Myles Amine al microfono di Roberto Chiesa