A due settimane dal voto, al caldo delle poltrone del governo, notiamo che, vuoi per ragioni di consenso vuoi per placare qualche voce di dissenso interno, si inizia a perdere la bussola. È il caso di Mariella Mularoni, diventata Segretario di Stato alla Sanità per caso dopo le dimissioni di Roberto Ciavatta nel 2023. Mularoni si è prodotta in una fantasiosa ricostruzione degli eventi interni all’ISS per dare contro (al solito, oramai è abitudine) a Repubblica Futura, dimenticando che fino al 2016 la sanità era in mano democristiana (con Mussoni), poi dal 2016 al 2019 l’ha avuta in gestione il prossimo alleato di governo della Dc (con Franco Santi) ed infine dal gennaio 2020 è ritornata (al di là della delega politica affidata a Rete) in orbita democristiana fra Direttori Generali ballerini, avvicendamenti negli incarichi dirigenziali, fuga di medici e una evidente disorganizzazione interna, nel silenzio della Dc e della Mularoni stessa. Da persone serie sappiamo che in dieci mesi nessuno ha la bacchetta magica per risolvere tutto, ma è evidente come nemmeno l’attuale Segreteria abbia saputo invertire la rotta per risolvere il problema della scarsa attrattività verso medici esterni, dell’assetto organizzativo, della medicina di base e del recupero del rapporto medico-paziente; unica novità introdotta, il passaggio da 1 COT a 3 COT. Ora il Segretario di Stato per la Sanità, avendo poco da dire agli elettori, punta a inaugurazioni last minute o presentazione di accordi in salsa preelettorale, come quella dell’accordo per l’accesso alla facoltà di medicina, opportunamente posticipato dal 27 maggio al 3 giugno, giusto sei giorni prima del voto. Siamo soddisfatti, come tanti altri concittadini, di questo accordo per 10 posti all’Università Cattolica Sacro Cuore, ateneo privato, ma è doveroso ricordare che si parla di costi di iscrizione di migliaia di euro all’anno proprio perché si tratta di università privata. Quindi una operazione di élite, dalla quale molti studenti saranno tagliati fuori per ragioni economiche. Quanto al tema della condivisione delle scelte interne dell’ISS, crediamo che dividere il mondo in due parti - i democristiani da un lato e i non democristiani dell’altro - dando patenti di intoccabilità a dipendenti filogovernativi, è un concetto di condivisione molto lontano dalla nostra cultura politica. Senza poi scendere, sempre in ambito ISS, nelle lotte intestine fra esponenti dello stesso partito politico, accentuate come sempre durante il periodo elettorale. Se non si trattasse della salute dei cittadini, ci verrebbe da augurare a Mariella Mularoni di rimanere ancora a Cailungo dopo il 10 giugno per vedere se le decine di promesse fatte in queste settimane avranno un seguito concreto oppure diventeranno evanescenti ricordi, spariti nella calura estiva finita la ricerca compulsiva del voto. Le bugie hanno le gambe corte, soprattutto su un tema sul quale c’è forte attenzione dei cittadini e dei professionisti che ogni giorno onorano con impegno il proprio ruolo all’interno dell’ISS rispetto a pazienti ed assistiti.
C.s. Repubblica Futura membro dell’Associazione dei Liberali e Democratici Europei (ALDE)