Nove persone denunciate, 20 società coinvolte, 10 milioni di euro non dichiarati al fisco. La truffa è quella classica della ‘frode carosello’, con uno schema che si basava su una rete di società, italiane e sammarinesi, legate sulla carta da rapporti di fornitura. Nello specifico: i fornitori erano operatori commerciali sammarinesei, i beneficiari della frode le società italiane, al centro una ditta ‘filtro’, di Ravenna. Ed è proprio da una verifica fiscale su quest’ultima che solo sulla carta commercializza telefoni cellulari e prodotti elettronici che sono partite le indagini della Guardia di Finanza. E’ emerso che la ditta acquistava da sette società del Titano i prodotti in completa esenzione Iva, e che la merce veniva poi rivenduta ad altre società italiane senza assolvere gli obblighi di imposta ed anzi avanzando crediti iva inesistenti. Al destinatario finale, 9 aziende del nord Italia, era inoltre garantita merce ad un prezzo inferiore a quello di mercato. I loro responsabili dovranno rispondere di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti
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