Due dipendenti dell’Ufficio Postale di Città, che preferiscono restare anonime, sostengono che il caso delle affrancature gonfiate non esiste. “Se abbiamo sbagliato qualche distinta – ci hanno detto – può capitare a tutti”. Non ci stanno ad essere messe sotto accusa e vivono con insofferenza il clima di sospetto che si è venuto a creare dopo le rivelazioni di stampa sull’apertura di un indagine amministrativa. Sabato scorso il segretario di stato Mularoni, titolare delle poste nel momento in cui l’inchiesta era partita, aveva assicurato che l’obiettivo è far luce su una serie di episodi. “ se ci saranno evidenze penali – proseguiva - sarà la magistratura, nel caso, a valutarle”. Per la direttrice delle poste il caso sollevato non esiste e le ispezioni sono state effettuate unicamente per l’informatizzazione dei vari uffici postale, dislocati sul territorio. L’inchiesta penale, intanto, potrebbe già essere scattata, prima ancora delle notizie di stampa, ma non si ha alcuna conferma sull’apertura di un fascicolo al tribunale di San Marino. Sembra che ad accreditare le accuse ci sia una fantomatica fotocopia. La dipendente trasferita dall’Ufficio Postale di Città, a quello di Montegiardino intanto conferma che lo spostamento è stato deciso per cause di forza maggiore ed anche che quando era in città era tenuta in disparte, - da quando la capoufficio di ruolo era andata in maternità - perché non disposta a partecipare a certi giochi. Una vicenda davvero delicata, dai molti lati oscuri e con versioni anche contrapposte.
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