L'attore (Stefano Panzeri), già morto in scena, impersona Juri, il figlio dello scienziato sovietico Nikolaj Ivanovič. Dall'oltretomba racconta di Vavilov padre che voleva combattere la fame nel suo paese oppresso dalla miseria dei Colcos (Kolchoz) e dai mutamenti del Ventennio rivoluzionario fino all'assedio dalla Campagna di Russia. In pieno Stalinismo si diede da fare... viaggiando e studiando PIANTE e SEMI (selezionando biotipi e biodiversità per la maggior produttività e qualità del cibo) in oltre 60 paesi fino alla Seconda Guerra mondiale. Sapeva che la sussistenza e la sopravvivenza alimentari potevano sconvolgere società e individuo. Finì sotto processo e in carcere duro per le sue idee avveniristiche, grazie alle grandi purghe rivoluzionarie e boscevìche, morì di stenti per le sue tesi 'agrobiologiche' borghesi d'avanguardia riconosciute, 100 anni dopo, semplicemente come vere. Lo spettacolo invita a riflettere sull’importanza delle piante e del dissenso. Sui sogni che si scontrano con l’ignoranza che è l'arroganza del potere. Sulla verità che in politica determina il destino del Pianeta e di chi mangia...
fz