Béjart scriveva: “non ho mai conosciuto Pasolini ma l'ho sentito come un compagno di strada, vita e pensiero, sopratutto di danza”, tanto da dedicargli il duetto pasoliniano ispirato al film del '66 “Uccellacci e uccellini”. Gil Roman firma l'omaggio ravennate creato nel 2016, a 10 anni dalla morte del maestro di Marsiglia, e a 30 anni dalla fondazione della compagnia. Festa di passi di danza classica in musica e sonorità moderne già sperimentate da Roman e dal famoso allievo di Béjart, Micha van Hoecke, morto lo scorso anno dopo aver lavorato al MUDRA, scuola visionaria di arti. Una suite sull'amore e sulla necessità interiore della danza (gesto creativo e segno d'arte di movimento). Balletti innovativi per forma e contesti in cui sono immerse le coreografie. Danzatrici longilinee come arabeschi orientali. Ballerini protagonisti e non meri 'portatori', coralità spostata in piazze e fabbriche con musiche dal vivo: filosofia del balletto nella modernità. Una sorta di “Diario di danza” per Maurice sullo stato della sua arte, scritto da Roman come un giornale di bordo sulle nuove generazioni, atto amoroso per Béjart in Italia.
fz