Valle dopo valle la lunga estate del '44 vedeva aggiustarsi inesorabilmente il campo di guerra, mese dopo mese, verso Rimini. La Linea Gialla demarcava il fronte bellico da San Marino alla costa riminese. Da Gemmano, britannici e canadesi, scendevano lungo i crinali spingendo la fanteria tedesca a difendere collinette e monti con i battaglioni di fanti e artiglieri in esigue compagnie agguerritissime e quasi sempre in inferiorità numerica: dall'Ausa a Coriano, Trarivi e Gemmano, intorno al 16 e 17 del mese la guerra continua pure la notte sino alla Battaglia di Monte Pulito del 18 sotto Faetano combattuta coraggiosamente dalle avanguardie Gurkha nepalesi al seguito degli inglesi. Scontri e colpi di mortaio facevano spostare le mitragliatrici tedesche dal Rio Cando sul Marano, oltre i confini le battaglie continuano sino al tutto il 20 settembre, con morti e feriti: cosi il Titano paga una seconda volta il suo tributo a una guerra mai voluta dopo il luttuoso bombardamento del 26 giugno ad opera degli Alleati. Lo chiamavano Fronte H per differenziarlo con tragiche sfumature dalle Linea Olive americana o Gialla tedesca indicata generalmente come Gotica: Covignano e San Fortunato sui fianchi l'Uso e San Vito furono scenari di morte tra reggimenti opposti anche di turcomanni consegnatisi in massa dopo i bombardamenti a tappeto. I greci della brigata di montagna, falcidiati da mine e mitraglie o dai cecchini, entrano in una città spettrale nella mattinata del 21 settembre 1944: da allora si chiameranno per sempre “Brigata Rimini” in onore dei caduti.
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