"Lo chiamavano Trinità", il primo "Fagioli Western" della storia della cinematografia, compie 50 anni e lo fa con celebrazioni in grande stile. Uscito nelle maggiori sale italiane nel 1971, ha consolidato la coppia Bud Spencer e Terence Hill e ha dato il via ad una serie di film che ancora oggi vengono amati e celebrati in tutto il mondo. Pensare che all'epoca nessun produttore credeva che un western con più schiaffi che sparatorie, nessuna morte, poca violenza e tanta ironia potesse funzionare. Nessuno, tranne lo storico e compianto produttore Italo Zingarelli, che investì in quello che divenne un vero e proprio cult in grado di appassionare bambini e adulti.
È proprio a lui che vengono dedicate le celebrazioni, tenutesi a Castellina in Chianti nella Rocca delle Macìe, l'azienda vinicola a cui la famiglia Zingarelli si è dedicata dal 1973, portando avanti un vero e proprio connubio fra vino e cinema. Un legame che si rinnova con la presentazione di una tiratura limitata di magnum dedicati alla pellicola e l'inaugurazione del Museo Italo-Trinità, che ospita cimeli come foto dal dietro le quinte, recensioni dell'epoca e una prima stesura del copione originale del film.
Fra gli ospiti d'onore della serata lo storico illustratore di locandine Renato Casaro, le figlie di Bud Spencer, Diamante e Cristiana Pedersoli, e la "mano destra del diavolo" in persona Terence Hill, che non si è fatto minimamente scomporre dalla pioggia e che, sul palco, rivela perché continuiamo a parlare ancora oggi dei film realizzati assieme a Bud Spencer.
Ai festeggiamenti è seguita la presentazione del restauro della pellicola, effettuato dalla Cineteca di Bologna, che si prepara a tornare nelle sale italiane e a trovare nuovi appassionati. Perché, a distanza di 50 o 100 anni, continueremo sempre a chiamarlo Trinità.
Nel servizio un estratto dall'intervento di Terence Hill