“Cunto” (la narrazione dialettale d'origine greca arcaica raccolta nel Medioevo) alla siciliana per le armonie di scena e musiche popolari di Giulio Barocchieri vero genio sonoro della teatralità drammatica, amara e ironica,di Enìa (e il suo copione PREMIO UBU 2019 per il miglior testo italiano). Davide affabulatore, insieme al padre, “cuntatore de li cunti” più tragici della deriva... di un intero popolo intorno alle coste di Lampedusa. “Appunti per un naufragio” che dal libro scivolano via in uno spettacolo sull'isola “senza ripari trafitta dalla luce e dal vento” (e dai morti affogati e gonfi o bruciati dal sole e dal gasolio che ustiona la pelle, delle mamme incinte o dei ragazzini). Il corpo gioca la sua parte, importante, sulla scena riempie gli spazi che nella cultura popolare contrassegnano il silenzio “perché la miglior parola è quella che non si dice” - in siciliano - si annuisce. In casa la mamma insegna e il babbo sta zitto, ma fa paura. Riempire “L'ABISSO CON L'ABISSO” non è possibile e immaginarlo fa male...
fz