E' rimasta chiusa nella sua stanza per oltre 14 mesi. Il solo luogo per vivere la libertà. Solo 10 metri quadri per continuare a sognare. Nidaa Badwan ha 27 anni, artista e fotografa, fermata nel 2013 dalla polizia di Hamas mentre era insieme ad altri giovani artisti palestinesi. Le sue colpe: senza velo, in un luogo pubblico con degli uomini.
Nidaa e la sua scelta di solitudine: uno spazio fisicamente angusto, ma infinito perché luogo di libertà interiore - da opporre alle imposizioni di Hamas, al conflitto con Israele, ai diritti violati delle donne. Libertà poi nell'espressione artistica con i suoi scatti. Ritrae se stessa, libera perché nella sua stanza. Fotografie che oggi porta in mostra anche in Italia.
“In una terra che basa i suoi valori e storia sulla libertà – ha detto il segretario alla cultura Morganti – tu rappresenti un simbolo particolare, perché ti batti per i diritti con strumenti di pace e non di guerra”. Per la prima volta esce da Gaza - a tenere le relazioni diplomatiche per farla arrivare in Italia Padre Ibrahim Faltas – e dopo la visita al comune di Montegrimano, accompagnata da Riccardo Geminiani dell'associazione “Arte di essere”, la accolgono sul Titano i dirigenti della segreteria alla cultura, esponenti dell'Associazione Progetto Sorriso e il segretario del PSD, Marina Lazzarini, che ne elogia il coraggio, dicendo: “Non cambierà nulla fino a che le donne non daranno testimonianze forti, mettendosi insieme”. E da Nidaa un solo modo per definire la libertà: “Non la su può definire, la si può solo vivere”.
Nel video, l'intervista a Nidaa Badwan
Annamaria Sirotti
Nidaa e la sua scelta di solitudine: uno spazio fisicamente angusto, ma infinito perché luogo di libertà interiore - da opporre alle imposizioni di Hamas, al conflitto con Israele, ai diritti violati delle donne. Libertà poi nell'espressione artistica con i suoi scatti. Ritrae se stessa, libera perché nella sua stanza. Fotografie che oggi porta in mostra anche in Italia.
“In una terra che basa i suoi valori e storia sulla libertà – ha detto il segretario alla cultura Morganti – tu rappresenti un simbolo particolare, perché ti batti per i diritti con strumenti di pace e non di guerra”. Per la prima volta esce da Gaza - a tenere le relazioni diplomatiche per farla arrivare in Italia Padre Ibrahim Faltas – e dopo la visita al comune di Montegrimano, accompagnata da Riccardo Geminiani dell'associazione “Arte di essere”, la accolgono sul Titano i dirigenti della segreteria alla cultura, esponenti dell'Associazione Progetto Sorriso e il segretario del PSD, Marina Lazzarini, che ne elogia il coraggio, dicendo: “Non cambierà nulla fino a che le donne non daranno testimonianze forti, mettendosi insieme”. E da Nidaa un solo modo per definire la libertà: “Non la su può definire, la si può solo vivere”.
Nel video, l'intervista a Nidaa Badwan
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