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Pandemia e stress guerra: in Italia le tisane superano il tè

19 apr 2022
@Wilden herbals
@Wilden herbals

In Italia sembra scoppiata la tisana-manìa, ma declinata nelle quattro stagioni con bevande sia calde che fredde. Vuoi per la voglia di comfort food in un mondo alle prese col covid e conflitti bellici e vuoi per i due anni di pandemia che hanno riportato tra le mura domestiche lavoratori e studenti, col tempo ritrovato per un bere rigenerante e comunque percepito come salutare. "Negli ultimi due anni in Italia si bevono più tisane che tè" sottolinea Nicola Robecchi, fondatore con altri due giovani imprenditori, uno di Atene l'altro di Praga, di brand che propone in e-commerce una gamma di infusi funzionali da degustare sia freddi che caldi, nonché sempre più spesso nella cucina gourmet. 
Un mercato con un giro d'affari pari a 117 milioni di euro, secondo dati Nielsen del 2020.

Se in Germania il consumo pro capite è 12 volte quello degli italiani, in Italia il mercato delle tisane - osserva Robecchi - è un foglio bianco tutto da scrivere. Al momento la parte del leone è legato alla camomilla (+19% in volume e +26% a valore secondo dati Iri 2020), ma cresce la domanda di mate, curcuma, zenzero".

E le prospettive di mercato e produzione delle piante officinali saranno tema di confronto al Forum biennale della Fippo (Federazione italiana Produttori Piante Officinali) dal 4 al 6 maggio al Rimini Expo Center nell'ambito di Spices & Herbs Global Expo, una novità di Macfrut 2022.





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