Il governatore militare della città occupata riceve l'ordine da Hitler di radere al suolo Parigi mentre il console svedese non belligerante tenta di salvarli... (l'uomo e il simbolo di bellezza), insieme, tentano un dialogo di pace a fine guerra. Due ruoli perfetti per Elio De Capitani (il generale) e Ferdinando Bruni (il diplomatico) si fronteggiano in due bellissimi personaggi tratteggiati da Gely in modo inimitabile fino ad oggi anche nella recitazione. Una sfida sulla libertà e il destino dell'umanità venuto dalla responsabilità della pacificazione determinante per il passaggio del “Secolo breve” che fu il nostro, a venire. Il teatro riesce a ridare palpito e vita alla storia della guerra, che ancora ci ammonisce (si, proprio oggi...): in due uomini che si parlano germoglia il bene al di là di ogni male.
fz