L'atto conclusivo è stato il solito folle party, fino all'alba, all'Hotel Holiday; con personaggi più o meno glamour o stravaganti che, per uno spicchio di visibilità, si alternavano – nelle photo session – ai registi ed agli attori veri. Il Sarajevo Film Festival è anche questo: arte e cultura – certo – ma anche un appuntamento mondano imperdibile per la nouvelle vague locale. Per la cronaca, perché è quella che conta, il premio come miglior film – nella sezione principale del concorso - è andato a "Scary Mother”: la storia di una casalinga di mezza età, che sacrifica tutto per la passione della scrittura. Per la giovane filmmaker georgiana Ana Urushadze – al suo film d'esordio - gli applausi del pubblico del Teatro Nazionale. Rumena, invece, la pellicola più premiata: “Meda or the not so bright side of things” ha ottenuto i riconoscimenti per la miglior regia e il miglior attore. Miglior attrice Ornela Kapetani, protagonista di “Daybreak”. Una 23esima edizione, quella appena conclusa, che ha visto la presenza di 2 star: nei giorni scorsi il regista-mito Oliver Stone; ieri un attore che ha fatto ridere milioni di persone in tutto il Mondo. Membro dei Monty Python, indimenticabile protagonista di “Un pesce di nome Wanda”: John Cleese ha ricevuto l'Heart of Sarajevo – prestigioso premio alla carriera –; e con il suo humour, e una serie incredibile di aneddoti sul mondo del cinema, ha conquistato davvero tutti. Ma c'era anche tanta Italia in questo festival. Come ricorda l'Ambasciatore in Bosnia Nicola Minasi, che ha seguito con attenzione la kermesse.
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