Era l'11 luglio del 1995, quando le truppe di Ratko Mladic irruppero a Srebrenica. I maschi bosniaco-musulmani in età militare furono separati da donne, bimbi ed anziani, per poi essere uccisi a sangue freddo. Nel 25esimo anniversario del massacro i resti di nove vittime, identificate con il test del DNA, sono stati tumulati nel Cimitero di Potocari, accanto alle 6.643 tombe già esistenti.
Particolare, quest'anno, la commemorazione nella cittadina bosniaca; con messaggi video degli ospiti internazionali e partecipazioni contingentate, per evitare il contagio. Presente, idealmente, anche San Marino; e in particolare la comunità di Chiesanuova, dove quella tragedia innescò una gara di solidarietà. Esattamente 10 anni fa l'affissione di una targa, a memoria dell'eccidio. Apposto, quest'anno, dal Capitano di Castello Marino Rosti, e dall'Ambasciatore Chiaruzzi, un ramoscello d'ulivo, anziché i 3 usuali: che simboleggiavano le popolazioni della Bosnia. Insieme all'ambasciatore la moglie, di origine serba. Korina Dordevic ricorda come in Patria, negli anni dei conflitti balcanici, vi fosse una povertà dilagante, anche a causa di una fortissima inflazione. Quando avvenne l'eccidio di Srebrenica era appena una bambina.
Nel servizio le interviste a Michele Chiaruzzi (Ambasciatore di San Marino in Bosnia-Erzegovina) e Korina Dordevic.