C'è grande riserbo sui contenuti del confronto ma la sensazione è che si sia arrivati alle battute finali, c'è chi addirittura ipotizza fine mese. Diversi gli interrogativi emersi anche ieri sull'istituto nato dalle ceneri del Cis, così come i dubbi su una gestione che in dieci mesi non ha prodotto i frutti sperati. “Sono stati buttati via dei soldi?” si chiedono consiglieri di maggioranza, alla luce dei 5 milioni e 700.000 euro di perdite certe nel 2019 ed altrettante, se non di più, nel 2020. Numeri precisi si avranno quando verrà depositato il bilancio, resta il fatto che se recupero c'è stato, pare non abbia superato i costi di gestione. Ed è proprio su questi aspetti che ci si concentra. Poche, al momento, le informazioni in possesso della maggioranza considerando che l'istituto è in mano a Banca Centrale. L'obiettivo, quindi, parrebbe proprio quello di rilevare Bns affidandone la proprietà all'Eccellentissima Camera.
Del resto non va dimenticato che lo Stato si è impegnato a rimborsare le obbligazioni, ragion per cui "diventa prioritario che recuperi quanto più possibile, anche da azioni di responsabilità" – spiegano dalla maggioranza – "non solo a tutela di risparmiatori e correntisti ma dell'intera collettività". Si interroga sul futuro di BNS anche Repubblica Futura che dopo aver parlato di “spreco di soldi” nel silenzio di parti sociali, politica e di Banca Centrale, chiedendosi se fosse lecita la sua permanenza nel doppio ruolo di controllore e controllato, ieri ha attaccato la Presidente Tomasetti, accusandola di essere “scomparsa dalla scena” e silente su spese per la vicenda CIS-BNS e consulenze legali; firma di memorandum con autorità di vigilanza estere; rilancio dell'istituto e ottimizzazione dei costi di struttura. Abbastanza, per il partito, da giustificarne le dimissioni. A stretto giro la risposta delle Finanze, che parla di vendetta politica: “RF – si legge - conferma il ruolo di avvocato difensore di conosciuti personaggi del calibro di Grais, Savorelli, Siotto”, ricordandone le azioni in difesa degli interessi dei grandi debitori di Banca Cis. Esprime solidarietà al Presidente Tomasetti “che ha combattuto – si legge - una cricca senza scrupoli disposta a tutto pur di vendere il CIS”, con i cui vertici “autorevoli esponenti di RF intrattengono rapporti”. Al partito – conclude la nota - “non interessa la verità ma ripristinare al più presto un controllo economico e finanziario come aveva negli anni passati”.