La stagione dei saldi estivi si apre nel segno della crisi. Una crisi profonda e strutturale e non legata a fenomeni stagionali. La Confcommercio lancia l’allarme e prevede una crescita dell’economia italiana, quest’anno, prossima allo zero. I dati sono sconfortanti: a maggio si registra un -2,7%. Si tratta del sesto segno negativo negli ultimi sette mesi. Diminuisce la domanda per tutti i beni e servizi, in particolare cibo, auto e benzina. La difficoltà delle famiglie a far quadrare i conti continua a contrarre la spesa verso i beni considerati superflui, anche se scontati.
Ed ogni anno che passa, i saldi si spostano da acquisto aggiuntivo a spesa «sostitutiva». E c’è anche un altro cambiamento nelle abitudini dei consumatori: la ricerca di capi non necessariamente firmati. Sembra ormai tramontato il periodo delle lunghe file fuori dai negozi di griffe solitamente prese d’assalto all’apertura dei saldi. E anche se sono i primi giorni di caccia all’affare, le previsioni già parlano di un calo delle vendite dell’8 -10%. Una brutta notizia per i venditori che si affidano ai saldi per risanare i dati di bilancio. Quest’anno, infatti, le perdite sono state consistenti. La stagione degli acquisti invernali non è andata bene. Anche le vendite di giugno sono state scarse, complice una primavera fredda e piovosa che ha ulteriormente ridotto la propensione all’acquisto di capi leggeri. Ai commercianti non resta quindi che incrociare le dita; le vendite al ribasso dureranno sino al 5 settembre.
Ed ogni anno che passa, i saldi si spostano da acquisto aggiuntivo a spesa «sostitutiva». E c’è anche un altro cambiamento nelle abitudini dei consumatori: la ricerca di capi non necessariamente firmati. Sembra ormai tramontato il periodo delle lunghe file fuori dai negozi di griffe solitamente prese d’assalto all’apertura dei saldi. E anche se sono i primi giorni di caccia all’affare, le previsioni già parlano di un calo delle vendite dell’8 -10%. Una brutta notizia per i venditori che si affidano ai saldi per risanare i dati di bilancio. Quest’anno, infatti, le perdite sono state consistenti. La stagione degli acquisti invernali non è andata bene. Anche le vendite di giugno sono state scarse, complice una primavera fredda e piovosa che ha ulteriormente ridotto la propensione all’acquisto di capi leggeri. Ai commercianti non resta quindi che incrociare le dita; le vendite al ribasso dureranno sino al 5 settembre.
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