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Osla, in primo piano il riposizionamento del sistema finanziario sammarinese

30 ott 2009
E’ stata persa una grande occasione. Così Baldassarri sui rapporti italo-sammarinesi. Il riferimento è alla firma degli accordi già definiti nel 2005 disdetta da San Marino a poche ore dall’arrivo sul Titano del ministro Fini. Anche il Presidente di Banca Centrale Biagio Bossone ha ricordato quell’episodio, ma il segretario di stato alle finanze Gatti ha sottolineato che l’Italia all’epoca non chiedeva a San Marino di recepire le normative internazionali sullo scambio di informazioni, ma bensì quelle italiane. Per Baldassarri le prospettive sono però favorevoli. Il senatore ha ipotizzato un enorme flusso di capitali che in futuro dall’oriente arriverà all’area mediterranea e all’Italia, e dall’Italia all’Europa. In questo passaggio “San Marino – ha detto – potrebbe diventare il punto di riferimento per l’off shore pulito”. (gatti)
Il segreto bancario, come ha affermato il presidente di Banca Centrale, era il “driver” fondamentale dell’industria finanziaria sammarinese, ma dal G20 di Londra in poi le nuove regole internazionali hanno messo a dura prova le realtà a fiscalità vantaggiosa come San Marino. Si è innescato un meccanismo che, come ha ricordato l’esperto in finanza Piergiorgio Valente, ha portato alla sottoscrizione in pochi mesi di oltre 100 accordi per lo scambio di informazioni sullo standard Ocse quando nei 10 anni precedenti ne erano stati firmati solo 50. San Marino, come ha ricordato Gatti, ha avviato un percorso virtuoso che l’ha portato dentro la white list Ocse e fuori dalla procedura rafforzata del Moneyval. Ma sugli accordi più importanti – quelli con l’Italia che sono già parafati – San Marino non riesce a concordare la data per la firma. Gatti però non avalla forme di protesta scomposte o inutili bracci di ferro e continua a puntare sulla diplomazia

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