Piove sul bagnato nella Striscia; dove la conta delle vittime avrebbe ormai superato quota 40.000, e la situazione umanitaria “è in caduta libera”. Ha utilizzato proprio queste parole il Segretario Generale ONU Guterres; sottolineando come sia ora in circolazione – in ciò che resta dell'exclave – il virus della poliomelite. Come non bastassero le incursioni dal cielo; nella notte – ha riferito l'agenzia palestinese Wafa -, nuovi raid israeliani. Pesante – pare – l'impatto sulla cittadina di Al-Zaweida; dove sarebbero state colpite tende di sfollati ed abitazioni. Si è parlato della morte di 18 persone appartenenti alla stessa famiglia; tra cui molti bambini.
Mesto epilogo del round negoziale di ieri a Doha; nel quale i mediatori di Stati Uniti, Egitto e Qatar avevano tentato di definire un accordo accettabile da entrambi i belligeranti su cessate il fuoco e rilascio di ostaggi e detenuti. Una sorta di quadratura del cerchio; al di là delle formule di prammatica quali l'“atmosfera positiva”, la costruttività dei colloqui. Che proseguiranno comunque nei prossimi giorni al Cairo. Vede il bicchiere mezzo pieno il Cardinale Pizzaballa; instancabile nella sua opera di dialogo e riconciliazione.
“Le prospettive fanno ben sperare”, ha affermato il Patriarca latino di Gerusalemme; precisando tuttavia come non manchino ostacoli. Anche Biden aveva parlato di cessate il fuoco mai “così vicino”. “Un'illusione”, ha tuttavia replicato oggi un dirigente di Hamas; che ieri aveva respinto i risultati del vertice, definendoli non in linea con la proposta di luglio. I bombardamenti israeliani di questa notte parrebbero aver completato il quadro. Seppure lo stesso Presidente americano avesse ammonito i vari attori regionali a non “minare” il processo negoziale. Appello evidentemente inascoltato. Il Segretario di Stato Blinken è comunque già diretto in Medio Oriente per l'ennesima missione; con l'obiettivo di scongiurare il rischio di un'escalation regionale.
Il successo dei negoziati su Gaza, del resto, parrebbe l'unica possibilità per frenare la rappresaglia iraniana – e dei propri proxy - dopo l'uccisione a Teheran di Haniyeh. Non buone, però, le premesse. Ieri lo Stato Ebraico aveva effettuato strike su località del Libano meridionale, provocando – pare – 10 vittime. Nel mirino, secondo Tsahal, depositi di armi di Hezbollah. Che avrebbe poi risposto lanciando droni su un battaglione corazzato delle Forze israeliane.