Il Segretario politico di Rete Emanuele Santi ha preso per primo la parola, in apertura di seduta, per chiarire le ragioni che hanno spinto il Movimento ad avviare la verifica. “L'interrogativo – ha detto - era se per noi ci fossero condizioni per restare al Governo”. Santi ha parlato di personalismi e giochi di potere. Necessario dunque fare chiarezza. “C'era bisogno di una scossa e l'abbiamo data. Bisogna intaccare i privilegi. Il Paese ha bisogno di riforme che non possono essere rinviate. Il Movimento Rete ha scelto di fare questo Governo e ci sono tutte le condizioni di andare avanti senza tentennamenti”. Il confronto ha precisato proseguirà con il tavolo permanente.
Sostanziale condivisione da parte di tutte le forze di Governo, in aula, a partire dal capogruppo del Pdcs Mussoni secondo il quale è addirittura aumentata la fiducia in maggioranza. Scettici su questa narrazione tutti i consiglieri di opposizione che hanno sollevato anche la questione green pass in particolare per sollecitare soluzioni sul dopo 15 ottobre per i sammarinesi che studiano e lavorano in Italia, sostenendo che in realtà ad oggi ci sono evidenti problemi di rapporti con il Governo italiano.
L'aula ha invece superato ogni divisione sull'Afghanistan: tutti i gruppi consiliari hanno sottoscritto un ordine del giorno che impegna il Congresso di Stato a supportare e sollecitare tutti gli sforzi volti a garantire la pace e la realizzazione di un processo politico unitario in Afghanistan ed anche a porre in essere ogni azione utile al fine di sostenere l’apertura di corridoi umanitari per l’accoglienza della popolazione civile in fuga dal Paese, con particolare attenzione a donne e minori.