In questo Consiglio dedicato soprattutto ai conti dello Stato, di economia parla anche la Reggenza nell’indirizzo di saluto rivolto all’Aula. E lo ha fatto usando parole dure. “Questo Paese ha voglia di cambiare, ma deve avere la possibilità di farlo senza essere strangolato”. Così i Capi di Stato mandano a dire all’Italia, sottolineando che altrimenti si rischia di vedere rinascere le spinte verso forme di economia borderline che non possono più trovare spazio nella realtà di oggi. L’obiettivo insomma è sempre quello di cercare di firmare al più presto l’ultimo e decisivo accordo con l’Italia, quello sulle doppie imposizioni fiscali. Ma la Reggenza, dopo aver chiesto alla maggioranza di tenere informata l’opposizione sui passi compiuti e sulle criticità presenti e dopo avere invitato la minoranza a non strumentalizzare i temi che riguardano il futuro del Paese e a collaborare alla soluzione dei problemi, ha puntato il dito su chi perde tempo in strategie politiche, personalismi o antipatie. "Proprio per questo - ha detto la Reggenza - in questi anni non abbiamo saputo amministrare un benessere diffuso e un notevole livello di entrate pubbliche per investire, far crescere il Paese, essere all’avanguardia in materia ambientale, innovare nei settori tradizionali del turismo e del commercio. Siamo invece stati molto bravi - ha rimarcato la Reggenza - a creare eredità come l’elevatissimo livello di spesa corrente nel bilancio dello Stato, con cui oggi dobbiamo dolorosamente fare i conti". L’appello è di aprire un dibattito franco con gli uomini di buona volontà, perché mai come oggi si registra una così grande difficoltà a governare. Servono scelte coraggiose: su tutte il risanamento di conti pubblici. "Per evitare i rinviare i problemi lasciandoli in eredità alle nuove generazioni, come peraltro ha fatto l’Italia – sottolinea la Reggenza – si dovranno chiedere ai sammarinesi quelle rinunce alle quali non sono più abituati, andando a colpire privilegi diffusi come l’elevato livello di evasione fiscale". Bisognerà avere coraggio, è stato l’invito, a meno di non voler essere ricordati come la classe politica che ha permesso l’accumulo di un debito pubblico che rischia di minare la sopravvivenza dello Stato. Questo Paese dovrà cambiare le proprie abitudini e questo potrà mettere in discussione alcune forme di convivenza sociale ormai abitudinarie. La Reggenza chiede capacità e coraggio di scegliere. "Chi sceglie può sbagliare - ha concluso la Reggenza - ma chi non lo fa non ha speranza di resistere".
Sonia Tura
Sonia Tura
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