Nel 34°anniversario della morte di Aldo Moro, Presidente della Democrazia Cristiana e più volte Presidente del Consiglio dei Ministri in Italia, il PDCS desidera farne memoria, riproponendo un pensiero dello statista, di profonda attualità per il tempo presente:
«Il nostro dovere è oggi dunque estremamente complesso e difficile. Perché siamo davvero ad una svolta della storia e sappiamo che le cose sono irreversibilmente cambiate, non saranno ormai più le stesse. Vuol dire questo che stiamo per essere travolti dagli avvenimenti? Vuol dire questo che non vi siano binari da apprestare, leggi giuste da offrire alla società italiana, istituzioni capaci di garantire il moto della storia, incanalandolo perché non approdi all’anarchia, alla dispersione, alla delusione? Certamente no. Noi dobbiamo governare e cioè scegliere, graduare, garantire, ordinare, commisurare l’azione ai rischi che sono tuttora nella vita interna ed internazionale, ma sapendo che il mondo cambia per collocarsi ad un più alto livello. Certo noi opereremo nei dati reali della situazione, difendendo, contro il disordine, la libertà, l’ordine e la pace. Ma dovremo farlo, e questo è il fatto nuovo e difficile della nostra condizione, con l’animo di chi, consapevole delle strette politiche e delle ragioni del realismo e della prudenza, crede profondamente che una nuova umanità è in cammino, accetta questa prospettiva, la vuole intensamente, è proteso a rendere possibile ed accelerare un nuovo ordine nel mondo.»
(Discorso al Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana, 21 novembre 1968)
Nella giornata di domani, inoltre, una delegazione del Partito Democratico Cristiano Sammarinese, si recherà a Roma per rendere omaggio ai familiari e partecipare all’iniziativa promossa all’Accademia di Studi Storici Aldo Moro, che presenterà al pubblico alcune delle lettere scritte da Aldo Moro durante il rapimento e opportunamente restaurate.
«Il nostro dovere è oggi dunque estremamente complesso e difficile. Perché siamo davvero ad una svolta della storia e sappiamo che le cose sono irreversibilmente cambiate, non saranno ormai più le stesse. Vuol dire questo che stiamo per essere travolti dagli avvenimenti? Vuol dire questo che non vi siano binari da apprestare, leggi giuste da offrire alla società italiana, istituzioni capaci di garantire il moto della storia, incanalandolo perché non approdi all’anarchia, alla dispersione, alla delusione? Certamente no. Noi dobbiamo governare e cioè scegliere, graduare, garantire, ordinare, commisurare l’azione ai rischi che sono tuttora nella vita interna ed internazionale, ma sapendo che il mondo cambia per collocarsi ad un più alto livello. Certo noi opereremo nei dati reali della situazione, difendendo, contro il disordine, la libertà, l’ordine e la pace. Ma dovremo farlo, e questo è il fatto nuovo e difficile della nostra condizione, con l’animo di chi, consapevole delle strette politiche e delle ragioni del realismo e della prudenza, crede profondamente che una nuova umanità è in cammino, accetta questa prospettiva, la vuole intensamente, è proteso a rendere possibile ed accelerare un nuovo ordine nel mondo.»
(Discorso al Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana, 21 novembre 1968)
Nella giornata di domani, inoltre, una delegazione del Partito Democratico Cristiano Sammarinese, si recherà a Roma per rendere omaggio ai familiari e partecipare all’iniziativa promossa all’Accademia di Studi Storici Aldo Moro, che presenterà al pubblico alcune delle lettere scritte da Aldo Moro durante il rapimento e opportunamente restaurate.
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