Neanche la promessa delle schede riassuntive sulle trattative con l'Italia, che il governo ha annunciato di voler consegnare in Consiglio, placa l'opposizione che vuole conoscere per intero i contenuti dei futuri accordi. "Schede sintetiche? - si è chiesto Gerardo Giovagnoli, segretario Psd - Non siamo all'università, che se uno non ha voglia di studiare si legge i riassunti". Ben più dura la posizione di Monica Bollini, Sammarinesi per la libertà: "Si chiama regime quando un governo decide di cambiare le sorti di un Paese senza che la cittadinanza sappia cosa sta facendo. Vogliamo intraprendere iniziative forti per fermare la firma fin quando non conosceremo i contenuti". Sempre secondo la Bollini, il tempo della collaborazione con l'opposizione è ormai concluso, poiché il governo ha gettato al vento tutta la disponibilità mostrata. "Se l'idea - ha fatto notare Ivan Foschi, Sinistra Unita - è andare a Roma e riproporre cose di 12 anni fa, logico che i nostri interlocutori ci ridano in faccia o, peggio ancora, ci tengano sulla corda, come stanno facendo. Infatti parlano di firma imminente ormai da mesi". E il segretario del Psd Giovagnoli ha mostrato di non gradire affatto il trattamento che ha riservato il ministro Tremonti ai segretari di Stato durante il Meeting: "Le informazioni ufficiali ci sono arrivate da lui, non dal nostro congresso di Stato. Sembrava un professore che bacchettava e che in buona sostanza ci rimproverava di avere fin troppe nicchie, col risultato di stare rubando un po' troppi soldi all'Italia. Inoltre ha detto che oltre i trattati Ocse, con l'Italia serviranno protocolli aggiuntivi, di cui nulla sappiamo: il governo ci chiede un atto di fede, ma stando così le cose non ci fidiamo, e temiamo sia tutta una strategia dell'Italia, quella di non voler firmare, perché deve portare a casa una serie di cose: non dimentichiamoci lo scudo fiscale che inizia".
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