La tesi che emerge dal convegno voluto dalla Dc sul rapporto con l’Unione Europea è univoca e chiara: no ad una adesione ad ogni costo, sì invece ad un aggiornamento dell’accordo di cooperazione e unione doganale firmato nel 1991 ed entrato in vigore solo nell’aprile del 2002. Deve essere quella, per la Dc, la base sulla quale lavorare per un adeguamento tenuto conto dei cambiamenti avvenuti dalla firma ad oggi. L’adesione sarebbe oggi un passo troppo avanzato, hanno sottolineato praticamente tutti gli intervenuti: meglio percorrere la strada dell’evoluzione di quel testo per ricercare le condizioni di un più stretto rapporto con l’Unione Europea ed una sempre maggiore integrazione. Troppo onerosi i passaggi per il recepimento dell’acquis comunitario, vale a dire la piattaforma comune di diritti ed obblighi che vincolano l'insieme degli Stati membri nel contesto dell'Unione Europea. Un invito alla prudenza, a sciegliere la strada dell’adeguamento di quell’accordo, arrivato anche dall’onorevole Renzo Lusetti, vice capogruppo della Margherita alla camera dei deputati. 'Da quella data – ha detto - sono cambiate molte cose, ed è giusto riflettere su come integrarlo. Credo – ha concluso – i tempi non siano ancora maturi per aprire un percorso negoziato di adesione'.
Dettagliate ed approfondite le relazioni di coloro che nei vari gruppi di lavoro hanno valutato gli aspetti legati al rapporto con l’Unione Europea, apprezzate per puntualità e completezza. Troppe, ancora, le domande in attesa di risposta, sui vantaggi, le prospettive, i ruoli dei piccoli stati, il rischio di essere sopraffatti proprio da parte di quelle microrealtà istituzionali che devono invece, più di altre, conservare autonomia e identità. Forse, si è detto, l’Europa di oggi non è ancora pronta ad accogliere un microstato come quello sammarinese e ad assicurare il rispetto delle sue peculiarità, delle sue prerogative ed esigenze. Dalle categorie economiche l’invito a ricercare quell’integrazione necessaria a garantire adeguata competitività alle imprese sammarinesi e, allo stesso tempo, ad adeguare ulteriormente il sistema sammarinese.
Dettagliate ed approfondite le relazioni di coloro che nei vari gruppi di lavoro hanno valutato gli aspetti legati al rapporto con l’Unione Europea, apprezzate per puntualità e completezza. Troppe, ancora, le domande in attesa di risposta, sui vantaggi, le prospettive, i ruoli dei piccoli stati, il rischio di essere sopraffatti proprio da parte di quelle microrealtà istituzionali che devono invece, più di altre, conservare autonomia e identità. Forse, si è detto, l’Europa di oggi non è ancora pronta ad accogliere un microstato come quello sammarinese e ad assicurare il rispetto delle sue peculiarità, delle sue prerogative ed esigenze. Dalle categorie economiche l’invito a ricercare quell’integrazione necessaria a garantire adeguata competitività alle imprese sammarinesi e, allo stesso tempo, ad adeguare ulteriormente il sistema sammarinese.
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