Tutte le opposizioni, insieme a Psd e Domani Motus Liberi, hanno voluto rimarcarlo con chiarezza: la soluzione trovata, sul voto dei connazionali residenti all'estero sprovvisti di documento sammarinese, con il potenziamento dell'ufficio elettorale, non è stata proposta dal Segretario agli Interni Gian Nicola Berti il quale, negli incontri di ieri – ha precisato Gaetano Troina di Dml - “si è presentato con la sua proposta originaria” di coinvolgere il corpo consolare.
Per Emanuele Santi di Rete – c'è stata una retromarcia di Berti” dopo gli incontri istituzionali e politici, innescati dalla 'salita' a Palazzo Pubblico, dai Capitani Reggenti, degli esponenti delle stesse forze politiche che oggi hanno tenuto la conferenza stampa congiunta. Nicola Renzi, di Repubblica Futura, definisce inaccettabile, il comunicato di Alleanza Riformista, in cui si afferma che chi si oppone alla proposta originaria di Berti “ha come obiettivo solo quello di non fare votare i connazionali all'estero”. “È una grande bugia” afferma il capogruppo di RF che attacca Berti, anche per altre questioni legate ai neo-elettori esteri, incluso l'apericena a Riccione su cui non è mai arrivata la risposta all'interpellanza che – sottolinea - “esigiamo di avere prima delle elezioni”.
Davide Forcellini, di Demos, parla di una “grande mascheratura” sottolineando che le regole elettorali non si cambiano a pochi giorni dalle urne ed anche che chi deve valutare la condotta dei candidati, non può agire come fosse al di sopra delle leggi. “Se non fossimo intervenuti – dichiarano all'unisono i partecipanti alla conferenza stampa - sarebbe passata la proposta di Berti” con “il rischio di brogli” precisa Luca Lazzari del Psd, che torna anche a rivendicare l'elezione di una Reggenza alternativa a quella proposta da Dc e Ar. Per Luca Boschi, della lista Libera-Ps, la proposta di Berti avrebbe creato disparità tra gli elettori e ci si attende che il Segretario agli Interni porti nella commissione elettorale del 29 maggio la soluzione raggiunta con la mediazione, che prevede il potenziamento di personale e attrezzature dell'ufficio elettorale, come da impegno preso di fronte alla Reggenza.
Sul caso politico che più ha infiammato, finora, la campagna elettorale, sei su otto liste in lizza hanno fatto dunque fronte comune ma ad eccezione di Demos e Rete, che hanno escluso DC e AR come possibili alleati nella futura maggioranza, nessuno in conferenza stampa si è sbilanciato su ipotetiche collaborazioni, lasciando – di fatto - aperti tutti gli scenari possibili.