Terra di conquista da sempre solo e soltanto scandinava, la 4x10 kilometri maschile sulla neve di Falun non ha creato imbarazzanti precedenti per chi da sempre sulla neve è abituato a muoversi.
Come da pronostico sono Norvegia e Svezia le due formazioni chiamate al braccio di ferro iridato sulla massima distanza percorribile con sci e bacchette.
C'è anche la Svizzera, che con Ueli Schnider riesce a tenere il passo – o meglio, a tenere dietro – Richardsson e Dyrhaug, che gestiscono le energie nella prima frazione nella quale Schnider paga l'eccessivo sforzo e lascia nelle mani del secondo frazionista elvetico 70'' di ritardo dal Canada, che con Harvey ha chiuso in testa i primi 10 km. Sul fronte azzurro Francesco De Fabiani paga una distacco di 20'' dal canadese, restando al pari dello svedese Richardsson – attardato sul gruppo di testa.
La Norvegia ha tentato subito di approfittarne con Didrik Toenseth, scattato a mille dal secondo leg, che segna però anche l'immediata cucitura dei distacchi sui principali avversari, in particolare da Johan Olsson che impiega 5 km per riportare i suoi a contatto ed altri 1500 metri per prendersi la testa della classifica, che si sostanzia in un +6''7 sulla Francia e +14''1 sulla Norvegia a metà maratona. Dietmar Noeckler non regge il confronto col fresco campione del mondo della 15 km ed aggiorna a 1'30'' il distacco azzurro dai migliori del globo.
La terza frazione è quella della Francia, che passa a condurre con Robin Duvillard, capace di prendere e superare Hellner in testa; ma tra i due litiganti – come suole – a godere è il terzo: Anders Gloeersen porta in testa la Norvegia quando mancano gli ultimi 10 kilometri e tanto scandinavi quanto transalpini hanno una medaglia certa, anche se ancora non se ne conosce il colore.
Tutto nelle mani, o meglio nei quadricipiti, aduttori, polmoni e polpacci di Calle Halfvarsson, Adrien Backscheider e Petter Northug. Raggruppati in un secondo e mezzo al termine del terzo leg (nel quale l'Italia risale in quinta posizione con Roland Clara, pur a due minuti dalla lotta iridata), è il norvegese a mettersi in scia, restando appiccicato all'uno o all'altro apripista, senza mai mettersi al comando. Il ritmo cala leggermente ed anche la Russia, con un coraggioso Belov, sembra poter rimettersi in gioco per una medaglia. Negli ultimi due kilometri viene a meno Backscheider, per un oncitato rush finale a due, che porta alla spaccata di Northug sotto l'arco: la Norvegia è campione del mondo per la miseria di 60 centesimi di secondo, che su una gara di 40 km danno l'esatta dimensione dell'inezia per cui il titolo è sfuggito di mano ai padroni di casa.
LP
Come da pronostico sono Norvegia e Svezia le due formazioni chiamate al braccio di ferro iridato sulla massima distanza percorribile con sci e bacchette.
C'è anche la Svizzera, che con Ueli Schnider riesce a tenere il passo – o meglio, a tenere dietro – Richardsson e Dyrhaug, che gestiscono le energie nella prima frazione nella quale Schnider paga l'eccessivo sforzo e lascia nelle mani del secondo frazionista elvetico 70'' di ritardo dal Canada, che con Harvey ha chiuso in testa i primi 10 km. Sul fronte azzurro Francesco De Fabiani paga una distacco di 20'' dal canadese, restando al pari dello svedese Richardsson – attardato sul gruppo di testa.
La Norvegia ha tentato subito di approfittarne con Didrik Toenseth, scattato a mille dal secondo leg, che segna però anche l'immediata cucitura dei distacchi sui principali avversari, in particolare da Johan Olsson che impiega 5 km per riportare i suoi a contatto ed altri 1500 metri per prendersi la testa della classifica, che si sostanzia in un +6''7 sulla Francia e +14''1 sulla Norvegia a metà maratona. Dietmar Noeckler non regge il confronto col fresco campione del mondo della 15 km ed aggiorna a 1'30'' il distacco azzurro dai migliori del globo.
La terza frazione è quella della Francia, che passa a condurre con Robin Duvillard, capace di prendere e superare Hellner in testa; ma tra i due litiganti – come suole – a godere è il terzo: Anders Gloeersen porta in testa la Norvegia quando mancano gli ultimi 10 kilometri e tanto scandinavi quanto transalpini hanno una medaglia certa, anche se ancora non se ne conosce il colore.
Tutto nelle mani, o meglio nei quadricipiti, aduttori, polmoni e polpacci di Calle Halfvarsson, Adrien Backscheider e Petter Northug. Raggruppati in un secondo e mezzo al termine del terzo leg (nel quale l'Italia risale in quinta posizione con Roland Clara, pur a due minuti dalla lotta iridata), è il norvegese a mettersi in scia, restando appiccicato all'uno o all'altro apripista, senza mai mettersi al comando. Il ritmo cala leggermente ed anche la Russia, con un coraggioso Belov, sembra poter rimettersi in gioco per una medaglia. Negli ultimi due kilometri viene a meno Backscheider, per un oncitato rush finale a due, che porta alla spaccata di Northug sotto l'arco: la Norvegia è campione del mondo per la miseria di 60 centesimi di secondo, che su una gara di 40 km danno l'esatta dimensione dell'inezia per cui il titolo è sfuggito di mano ai padroni di casa.
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