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Una cerimonia ricca e bellissima apre i Giochi Europei

di Roberto Chiesa
22 giu 2019
il racconto della cerimonia di Roberto Chiesa e Marco Cardinali
il racconto della cerimonia di Roberto Chiesa e Marco Cardinali

Quel poco che trapelava era poi tutto vero. Minsk inaugura i secondi Giochi Europei in modo clamoroso, con quasi tre ore di altissimo livello tra protocollo, storia, leggenda e spettacolo. Per parlare all'Europa e farlo da questa terra che in pratica Europa non è. Lo si capisce tutti i giorni camminando tra ricordi ed eredità architettoniche staliniste, in un Paese che ancora non ha abolito la pena di morte. E' un urlo quello dello Stadio della Dinamo, un gioiello fatto, distrutto e rifatto come una città che è rinata 18 volte. Che ha visto la miseria antica, che ha visto i nazisti e l'Urss e quando pensava di avercela fatta, ha visto anche Chernobyl prima dell'indipendenza. E' bello vedere sfilare una dopo l'altra la Germania, il Regno Unito e l'Ungheria, tre idee di Europa che se non ci pensa lo sport valli a mettere d'accordo. E poi Lussemburgo e Malta, una i porti non li ha e l'altra li terrebbe chiusi. E' un inno alla libertà la bandiera sammarinese che sfila applaudita ed emozionante, come un po' di emozione la mostra anche Myles Nazem Amine che la porta. E' la prima notte d'estate anche a Minsk che all'Europa guarda con rispetto, sospetto magari, ma anche con la curiosità di provare a farne parte. Per la pace, il rispetto e contro ogni discriminazione -dice con un video messaggio- Il Segretario Generale dell'Onu. Credere nei Giochi vuol dire credere in un mondo in cui darsi una mano è più normale che non darsela e dove le regole olimpiche fanno pensare a un domani migliore per tutti. Lo dice il Presidente del Coe Kocijancic e lo dice a suo modo anche il Presidente bielorusso Lukashenko durante il discorso del quale lo stadio è in deferente silenzio. Arriva la fiamma e i Giochi sono aperti. Da domani, da oggi, tocca come sempre allo sport.

dall'inviato Roberto Chiesa


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