E’ un po' di tempo che si è sollevato un dibattito sulla gestione dei rifiuti in cui sta emergendo la contrarietà di alcuni esponenti politici alla raccolta porta a porta. Una posizione rispettabile, se ci sono cose che non funzionano all’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi occorre mettere rimedio e i progetti se non funzionano devono essere cambiati. Ma sono sorpreso dalla proposta di sospendere la raccolta porta a porta avviata nel 2011 a Chiesanuova, nel 2012 nel centro storico di San Marino Città, nel 2012 Fiorentino, nel 2014 centro storico di Borgo Maggiore e Acquaviva nel 2016 Faetano. Un progetto in cui l’AASS ha investito milioni di euro e assunto un preciso impegno rispetto al Paese e a in nostri interlocutori esterni in materia di conferimento di rifiuti. Si può cambiare idea, soprattutto in tempo di elezioni se un progetto non funziona o ha dei costi elevati. Ci sono altri metodi per la raccolta dei rifiuti, alternativi al sistema scelto per la Repubblica di San Marino. Ci sono stati che utilizzano i rifiuti per produrre energia, paesi che usano sistemi diversi ma il tema a cui dare una risposta se vogliamo conferire rifiuti all’estero è la rispondenza alle norme degli impianti a cui ci rivolgiamo. Il porta a porta è nato da questa esigenza, recuperare un drammatico gap che San Marino aveva accumulato nella gestione dei rifiuti. E’ vero ci sono stati dei ritardi nel progetto su cui il governo, nel rispetto dell’autonomia dell’Azienda, si è più volte attivato e illustrati nel dibattito tenuto in Consiglio Grande e Generale nel gennaio 2019 il cui sono state presentate due specifiche relazioni e assunti degli impegni. Resto però il punto di come si intende organizzare la raccolta e gestione dei rifiuti in un Paese che è una enclave in territorio italiano, deve rispettare le norme dell’Unione Europea, conferisce i rifiuti in Emilia Romagna tramite un accordo in cui San Marino si è impegnato a raggiungere entro il 2020 70% di percentuale di differenziato. Obiettivo raggiungibile solo con il completamento del progetto di raccolta porta a porta in tutto il territorio, eliminando lo sdoppiamento delle tipologie di raccolta, ottimizzando l’utilizzo di soggetti terzi rispetto all’AASS attraverso appalti trasparenti e precisi, facendo aumentare la capacità operativa dell’Azienda decisamente diminuita negli ultimi 10 anni e iniziando ad avere sotto controllo la voce costi, elemento poco considerato in passato. La politica può fare tutto, anche chiudere un progetto. Ma quando si tratta di rifiuti, il mio auspicio, sarebbe di fare scelte ponderate dal punto di vista operativo che economico. C’è già un impegno, bloccato dalla crisi di governo a abolire la tassa RSU e definire una tariffa per i rifiuti. C’è già una attività che AASS ha avviato nel 2018 per aderire ai principali consorzi obbligatori e ottenere indietro almeno il vantaggio economico che i produttori di imballaggi pagano ai consorzi. C’è un progetto avviato nel 2018 di AASS per riorganizzare il Centro multi raccolta di San Giovanni, valutare con attenzione il progetto di gestione dell’organico, la ricerca di una sede secondaria per allargare il porta a porta a tutto il territorio. Un progetto così complesso dovrebbe essere completato, ottimizzato nelle criticità già chiare all’AASS, ma soprattutto premiare l’impegno dei cittadini, Giunte di Castello, scuole che negli anni hanno partecipato al progetto. Una generazione di bambini, ora ragazzi è cresciuta con il sistema del porta a porta. Entro il 2020 il progetto si sarebbe dovuto completare in tutto il Paese. Lo scorso mese di luglio AASS ha emesso un bando per la sua esecuzione. Il tutto però per motivi ignoti è ancora fermo. L’estensione a Borgo Maggiore, Domagnano e Serravalle non è possibile come da tempi indicati dall’Azienda. Faccio questo inciso non per difendere l’operato del governo o dell’Azienda. Qui si parla di un un progetto iniziato tre legislature fa, in cui maggioranza diverse hanno sempre creduto. Ritengo nel rispetto dell’Autonomia dell’azienda che una riflessione generale sul tema rifiuti possa e debba essere fatta evitando però voli pindarici che potrebbero compromettere pesantemente la gestione dei rifiuti nella Repubblica di San Marino e la credibilità verso i nostri interlocutori esterni.
Marco Podeschi – Segretario di Stato per i rapporti con AASS