Manifesti con foto di candidati imbrattate, immagini condivise di un programma elettorale buttato nel bidone (senza peraltro neanche differenziando la plastica dalla carta), un video virale sui social di un programma dato alle fiamme con insulti ai candidati e commenti che incitano ad emulare il gesto, persone che incitano all'uso del bastone. E siamo solo all'inizio della campagna elettorale. E pensare che non è passato neanche un anno da quando la coppia reggenziale D'Ambrosio-Zavoli promuoveva la campagna “NO HATE SPEECH” – contro i discorsi di odio, lanciata dal Consiglio d’Europa. Ai ragazzi delle scuole li mettevano in guardia sui pericoli dell’odio e dell’intolleranza in tutte le sue forme, e li invitavano a combattere tutti quei comportamenti che li fomentano, anche se spesso vengono banalizzati e resi normali, usuali, soprattutto online. Ed anche l'Ordine nazionale dei giornalisti ha recentemente presentato un regolamento per contrastare le espressioni d'odio nel rispetto della dignità umana. Non c'è però da stupirsi di questo genere di comportamenti da parte di alcuni cittadini, se chi li rappresenta nelle istituzioni per primo incita all'odio o alla violenza, sia sui social che in contesti istituzionali. Tanto che un gruppo di cittadini ha presentato una istanza d’arengo, approvata poi a luglio (purtroppo senza il voto favorevole di tutti), che invitava a tenere un comportamento consono al ruolo che si ricopre nelle istituzioni. Il mio stesso ingresso in Consiglio Grande e Generale è frutto proprio di un episodio di violenza verbale avvenuto da parte di un consigliere nei confronti di un altro consigliere (poi dimessosi) in un contesto istituzionale. I cittadini quindi si sentono autorizzati e giustificati a poter essere loro stessi aggressivi nei confronti di persone che anche solo per la prima volta si affacciano alla politica. Invece il confronto e le idee devono essere alla base di tutto in una democrazia, è normale avere opinioni differenti ma sempre nel rispetto delle persone.
Mattia Ronchi
Consigliere Repubblica Futura