Catanzaro aveva chiesto l'estradizione circa un anno fa, i tempi si sono allungati per attendere l'ok dal ministero di grazia e giustizia italiano. Ma è arrivato, e giovedì nel tardo pomeriggio è stato eseguito l'ordine di cattura nei confronti di Valter Vendemini, fermato davanti casa sua, zona Falciano, e portato al carcere di San Marino Città. Non ha opposto alcuna resistenza. E' la seconda volta che l'ex direttore del Credito Sammarinese varca la porta dei Cappuccini, la prima è stata nel luglio 2011 quando esplose l'inchiesta italo-sammarinese, che accusava la banca degli Amati di aver depositato i soldi della 'ndrangheta. Per questo filone il processo, a Catanzaro, inizierà il 19 giugno. Ma mentre gli altri imputati erano stati in carcere in Italia, primo fra tutti l'ex presidente Lucio Amati, Vendemini non si era mai allontanato da San Marino, dove risiede e dove aveva continuato a lavorare, anche se in un settore molto diverso da quello bancario. Per l'Italia dunque, continuava ad essere un latitante, anche se i pm di Catanzaro erano saliti sul Titano per interrogarlo. Stavolta la Procura non chiede alcun interrogatorio, vuole Vendemini fuori da San Marino, estradato, per rinchiuderlo in un carcere italiano, presumibilmente proprio a Catanzaro. L'ultima parola spetta alla Reggenza: sono i Capi di Stato a dover dare l'ok per l'estradizione. Potrebbero anche rifiutarsi, perché la legge gliene da' facoltà se, come in questo caso, anche a San Marino è aperto un procedimento penale. Certo, c'è un precedente: il caso Bianchini, estradato nonostante procedimenti penali aperti sul Titano. Il caso dunque, da giudiziario, diventa squisitamente politico.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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