Nato nel 1894 l'inno nazionale di San Marino ha una storia lunga e travagliata. Il governo di allora, spiega il gen. Augusto Gatti, presidente della Commissione Inno Nazionale, chiese a Giuseppe Verdi di realizzare l'inno sammarinese. Il compositore però, vista l'età ormai avanzata, declinò l'offerta suggerendo di affidare il lavoro a Federico Consolo che produsse l'inno derivandolo da una composizione religiosa/monastica del medioevo. La prima esecuzione del brano avvenne durante l'inaugurazione di Palazzo Pubblico, ma nel corso dei decenni, spiega Gatti, del brano originale vennero persi gli spartiti e subì modifiche negli anni.
"Era ora di mettere mano per definire una volta per tutte qual è l'inno nazionale sammarinese non solo dal punto di vista musicale ma anche dal punto di vista del testo - evidenzia il gen. Augusto Gatti, presidente Commissione Inno Nazionale - quindi era necessario definire una volta per tutte il tempo musicale, la tonalità da eseguire; tutto quanto perché ancora non era mai stato definito a livello di legge".
Molto importante proprio il lavoro sul testo. La versione attuale, spiega Gatti, anche se mai adottata ufficialmente è quella del maestro Cesare Franchini Tassini, che negli anni '70 adattò alla musica esistente l'ultima parte dell'orazione alla libertà perpetua di Giosuè Carducci.
"La commissione - afferma - ha rilevato evidenti criticità in questo testo, che non risponde alla necessità di rappresentare lo spirito dei sammarinesi, la loro unicità nel mondo. La commissione quindi ha modificato e integrato, soprattutto il testo di Franchini Tassini, pescando almeno nei concetti generali sempre dall'orazione di Carducci".
Già approvato con una delibera del Congresso di Stato il lavoro della commissione è quindi terminato. Ora toccherà al prossimo esecutivo dare il via all'iter legislativo per dare valenza di legge all'inno.
Nel servizio l'intervista al gen. Augusto Gatti (Presidente Commissione Inno Nazionale)