Minervini da documentarista nato a Fermo impegnato sul razzismo in America torna sulla Croisette con il “cinema di stasi” contro la guerra e lo sfuggente significato della vita (racconta la Guerra di Secessione nel 1862). Anziani e giovanissimi, adulti, impegnati a combattere sparando. Pedine di un gioco al massacro più grande di loro. La paura della morte e il 'dovere' di uccidere per sopravvivere invocando Dio anche se non si crede ci sia sul campo di battaglia. Si combatte pure per interesse per avere di più e sottrarre agli altri il vissuto: rubare le cose è anche portar via la vita che esse contengono (una casa, un campo, gli animali): La guerra un senso non ce l'ha, mai, sembra dire il film.